Un tempo i politici discutevano alla pari con i grandi boss della ‘ndrangheta e magari si scambiavano anche i favori, oggi la situazione si è capovolta. Sono i politici che si recano con il cappello in mano dai boss a chiedere i voti per essere eletti. Un rapporto, quindi, di totale sudditanza, di assoluta subalternità, anche a riprova di come il potere criminale sia oramai quello dominate. Questo il senso delle affermazioni del Procuratore capo della procura della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri, nell’ambito dell’intervista rilascita nel talk show “Dimartedì” condotto su “La7” dal giornalista Giovanni Floris. “Negli ultimi 20 anni il rapporto si è capovolto, prima gli ‘ndranghetisti cercavano i politici, ora è il contrario: i politici vanno dagli ‘ndranghetisti per avere pacchetti di voti. Oggi la ‘ndrangheta è più credibile rispetto alla politica Il capomafia è sul territorio 365 giorni all’anno, dà riposte, la politica in alcuni territori è completamente assente. Molte volte è addirittura la ‘ndrangheta a designare il candidato a sindaco. La ‘ndrangheta – ha sostenuto il dott. Nicola Gratteri – è l’unica mafia presente in tutti i continenti, radicata perché ha un sistema clone con regole valide in tutto il mondo”. L’allarme del dott. Nicola Gratteri è di indubbia attualità e non è detto che anche in queste elezioni regionali del prossimo 26 gennaio non vi saranno candidati già pronti a recepire i voto dei boss della ‘ndrangheta, per come è accaduto già in passato. Ma nonostante la gravità del fenomeno ‘ndrangheta che coinvolge l’intero territorio nazionale e che è divenuta una vera e propria holding internazionale con disponibilità economiche illimitate, sul piano nazionale, continua ad essere ignorata e sottovalutata, per come ha sostenuto il giornalista Marco Travaglio, ospite con Nicola Gratteri nell’ambito della stessa trasmissione.
Redazione