Cimitero internazionale Migranti su storica rivista francese di antropologia e alla prestigiosa Columbia University di New York. Corbelli (Diritti Civili): “Nel mondo si continua a celebrare la grande opera umanitaria che, grazie al Presidente Oliverio, si sta costruendo a Tarsia, in Calabria”.
“Il Cimitero internazionale dei Migranti che, grazie al Presidente Mario Oliverio, si sta costruendo a Tarsia, in Calabria, per dare dignità alle vittime dei tragici naufragi, continua ad essere celebrato nel mondo. E’ da poco uscito su una prestigiosa rivista francese di antropologia, l’Homme, lo studio sulla grande opera realizzato, un anno fa a Tarsia, dallo studioso inglese, il Professor di Antropologia Marc Brightman. Lo stesso antropologo inglese (che a breve pubblicherà la sua ricerca anche in Australia) ha, di recente, presentato il suo studio sulla grande opera umanitaria di Tarsia, unica al mondo, anche alla Columbia University di New York”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della grande opera umanitaria, per la cui realizzazione lotta ininterrottamente da oltre 6 anni,m dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013. “E’ questa la vera immagine, solidale e accogliente, della Calabria, motivo di orgoglio nel mondo. Il 25 novembre scorso del Cimitero dei Migranti si è discusso, nel corso di un convegno, alla sede Unesco di Parigi. L’opera è oggetto anche di un studio di una ricercatrice dell’Università La Sapienza di Roma, che è stata a Tarsia all’inizio di questo mese di dicembre, continua Corbelli. Di questa grande opera si parla, da tempo, in tutti i cinque Continenti, da parte di storici media di molti Paesi, di scrittori (francesi, in un libro da poco pubblicato), studiosi, politici (anche stranieri, come il deputato d’Oltralpe Christian Paul), studenti europei Erasmus (che hanno, due anni fa, realizzato un Report a Tarsia, che è stato presentato lo scorso anno al Parlamento Europeo), artisti di fama mondiale(come la star israeliana, Noa) che sono arrivati in questi anni a Tarsia: dal Brasile alla Francia, dai Paesi Arabi, alla Svizzera, dalla Germania all’Inghilterra. Il Cimitero dei Migranti, i cui lavori sono iniziati, a Tarsia, in un luogo e paese fortemente simbolici (vicino l’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti, luogo di prigionia, ma anche di grande umanità, dove nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza), alla vigilia dello scorso Natale e saranno ultimati nel prossimo anno, sarà intitolato al piccolo siriano Alan Kurdi. Saranno proprio il papà e la zia paterna del bambino siriano ad inaugurare la grande opera che cancellerà la disumanità di quei poveri corpi (uomini, donne e bambini), quasi tutti senza nome, seppelliti (con un semplice numerino) in tanti piccoli, sperduti camposanti, che di fatto ne cancellano per sempre ogni ricordo e riferimento per i loro familiari dei lontani Paesi del mondo che non sapranno mai dove andare un giorno a cercarli, per portare un fiore e dire una preghiera”.