Nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita Scott” che ha destato tanto clamore anche sul piano nazionale l’ex vicepresidente della Giunta Regionale, On. Nicola Adamo, esponente di punta del Pd calabrese, coinvolto nell’inchiesta e destinatario di un provvedimento di “obbligo di dimora, al di fuori della Calabria con l’accusa di traffico di influenze, ha inteso intervenire on una propria dichiarazione.
“Non ho esercitato alcun traffico di influenze, né mai “accettata” alcuna proposta – ha affermato Nicola Adamo – di corresponsione di nessuna somma di denaro. Comunque, tempo al tempo: aria pulita non ha paura dei tuoni. Sarà la magistratura ad accertare definitivamente i fatti contestati. Intanto, rilevo, però, che proprio sulla base di quanto riportato nella ordinanza, notificatami stamani, si evince come la medesima sia completamente disancorata dai fatti esposti e dai quali, per come descritti dalla stessa impostazione accusatoria, emerge la mia totale estraneità. Ciò che ritengo ignominioso e riprovevole è il fatto di essere stato inserito in un contesto di indagini concernenti la criminalità organizzata di tipo mafioso”.
Bisogna essere garantisti come ci insegna la nostra costituzione con l’art. 27, co. 2, che afferma: «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva»; ma questo articolo spesso viene calpestato da chi è interessato a fare solo processi mediatici.
La Redazione