In molti sono convinti che in questa settimana si terrà l’incontro decisivo e risolutivo per decidere una volta per tutte il nome del candidato a Governatore per la coalizione del centrodestra che, per accordi già determinati, spetta a Forza Italia. Una scelta rinviata da tempo per la diversità di vedute soprattutto da parte del leader della Lega, Matteo Salvini, che ha posto dei veti sul nome di Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza e nome proposto dai Berlusconiani. E nell’attesa non sono mancati anche, come era ampiamente prevedibile, le girandole su altri nomi, alcuni frutto di fantasiose ricostruzioni giornalistiche, alcuni durati solo il volgere di un mattino ed altri con un minimo di attendibilità. Si è fatto il nome dell’avvocato delle dive, Cataldo Calabretta, il nome della Presidente del Tribunale di Latina, Caterina Chiaravalloti, figlia del già Presidente della Regione, Giuseppe Chiaravalloti, del medico Bernardo Misaggi, che, puntualmente non manca mai in qualsiasi tornata elettorale, oltre al nome del Sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo e della new entry, Mario Rosario Nicastri, dirigente dell’Agenzia per l’Italia Digitale, oltre al nome del deputato di Forza Italia, Roberto Occhiuto. Certamente il fondatore e presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, cercherà di utilizzare tutta la sua capacità persuasiva corredata anche da validi elementi di supporto per fare in modo che le decisioni di casa Forza Italia non vengano annullate con una invadente ed evidente invasione di campo da parte del leader della Lega, Matteo Salvini, che, nel rispetto reale l’alleanza dovrebbe non intromettersi nelle decisioni altrui. Ma il rispetto e le regole in politica valgono poco o nulla, soprattutto negli ultimi tempi. Quindi si attende la lieta novella, anche perché i tempi stringono. Ma oramai con tutti i rinvii e i ritardi accumulati e con il totonomi che impazza fare previsioni sui tempi e sul nome è come vincere alla lotteria. Neanche la più brava maga con la migliore palla di vetro possibile potrebbe mai riuscirvi. Non resta che solo l’attesa.
Redazione