Nella serata di Martedì 19 Novembre si è riunita una partecipatissima Direzione Provinciale.
Tanti i temi trattati nei numerosi interventi, ma uno su tutti il nodo delle elezioni regionali e la candidatura del candidato a Presidente del Partito Democratico.
Dopo una sostenuta ed apprezzata relazione del Segretario Provinciale Gino Murgi, il quale ha avuto modo di rimarcare i punti per il prosegui dell’azione politica del Partito in tutti i comuni della Provincia, è stato presentato un Documento da Giuseppe Dell’Aquila e messo ai voti.
Il documento è stato approvato, lo ricordiamo, con un solo voto contrario.
Il Documento approvato:
La Direzione provinciale esprime forte critica per il fatto che l’istituto del commissariamento del partito è utilizzato non come potere sostitutivo della direzione politica ma come potere soppressivo e di annullamento della funzione dei circoli e di tutte le altre articolazioni organizzative del PD a livello territoriale provinciale.
Non esiste ormai nessuna sede politica partecipata e condivisa nella quale si possa decidere la linea politica e le proposte per le elezioni regionali attraverso il coinvolgimento di tutte le espressioni e rappresentanze politiche e territoriali. Il commissario convoca riunioni che escludono e discriminano tutti coloro i quali dissentono dalla sua ostinazione di non riconoscere la proposta di candidare Mario Oliverio. Si calpestano le regole basilari dello svolgimento della vita democratica del partito.
In questi mesi abbiamo registrato arroganza, protervia ed incapacità di ascolto nei confronti delle federazioni provinciali, dei circoli, degli iscritti e delle iscritte. Nonostante numerose iniziative portate avanti dai territori e dalle strutture di base non vi è stata alcuna iniziativa dei vertici regionali e nazionali del partito per costruire percorsi democratici ed inclusivi. Si è voluto procedere invece con comunicati stampa, decreti ed ordinanze commissariali con le quali si minacciano ed intimidiscono quanti sollevavano dubbi circa l’impostazione politica messa in campo (ammesso che si possa parlare di impostazione politica). Si è lavorato senza sosta per dividere il partito senza alcun coinvolgimento degli organismi legittimamente eletti dai congressi di circolo, di federazione, della assemblea nazionale e dei componenti della direzione nazionale eletti all’ultimo e recente congresso del PD. Non si è accettato neppure il minimo contraddittorio con quanti ogni giorno lavorano sui territori e nelle istituzioni per difendere e rilanciare il Partito Democratico.
Abbiamo assistito alla rimozione della esperienza del governo regionale, alla negazione di ogni forma di discussione larga e partecipata, al tentativo di distruzione della unica e vera coalizione civica e di centrosinistra che oggi è effettivamente in campo, all’imposizione di documenti politici con metodi minacciosi e ritorsivi, alla convocazione di riunioni romane tra amici con una selezione all’interno delle stessi correnti.
E’ doveroso ricordare che il Commissario non può abrogare lo Statuto così come non può sottrarsi alla discussione e al coinvolgimento degli unici titolari del simbolo e degli unici custodi della linea politica: gli iscritti e gli elettori del PD.
Anche sul tema delle alleanza si è voluto esporre il partito al pubblico ludibrio con un inseguimento quotidiano nei confronti dei 5 Stelle senza alcuna discussione sui programmi e sui contenuti ma semplicemente per bloccare la vita democratica interna. Proprio perché crediamo nella necessità di una riorganizzazione del campo democratico e progressista riteniamo sbagliato anteporre il tema delle alleanze ai contenuti ed ai programmi e soprattutto imporla freddamente sui territori senza alcuna condivisione e discussione. Si sta esponendo, ancora dopo le elezioni regionali in Umbria, il Governo nazionale, senza alcun motivo ragionevole, a sconfitte elettorali e politiche frutto di una accelerazione sull’alleanza con il Movimento 5 Stelle che merita invece in chiave strategica di maturare in un processo politico largo e democratico e soprattutto di potersi fondare su una comune visione della società e su comuni valori. La Direzione provinciale ritiene che sia dovere di tutti lavorare per consolidare l’esperienza del Governo nazionale anche con l’avvio di una fase costituente del nuovo fronte anti-sovranista. Il tema delle alleanze è troppo serio per utilizzarlo quale lanciafiamme verso i governi regionali del PD nel Mezzogiorno a cominciare da Calabria e poi estenderlo a Campania e Puglia, mentre viene declinato in chiave positiva nelle regioni rosse dove la crisi dell’insediamento elettorale del centrosinistra appare in maniera strutturale e si manifesta in tutta la sua gravità anche in prospettiva delle elezioni regionali in Emilia Romagna.
In Calabria il gruppo parlamentare Movimento 5 stelle esprime in maniera accentuata una cultura giacobina ed oltranzista su tanti temi fondamentali dalla giustizia alle infrastrutture, dalla sanità, ai rapporti tra le istituzioni dei diversi poteri dello Stato.
In Calabria il M5Stelle blocca la realizzazione della S.S. 106 insieme ai vecchi latifondisti con Morra a cavallo di un trattore ma ha anche approvato insieme a Salvini il decreto che ha affondato definitivamente la sanità calabrese. Senza un cambio di cultura politica e senza un rinnovamento dei quadri dirigenti pentastellati ogni alleanza in Calabria rischia di soffocare prima del tempo.
In questo quadro è allucinante il silenziatore imposto sulla nostra esperienza di governo e la damnatio memoriae decretata dal commissario regionale nei confronti di Mario Oliverio.
Abbiamo ereditato una regione allo sfascio in ogni campo. Quando abbiamo intrapreso questa esperienza di governo avevamo i fondi comunitari fermi al palo, gli aeroporti falliti, le ferrovie ferme, le società partecipate invischiate in storie di becero clientelismo, i rifiuti che coprivano i balconi ai primi piani delle case e potremmo continuare per ogni ambito e settore della regione Calabria.
Con fatica abbiamo rimesso la Calabria sui binari della crescita, della svolta e del rinnovamento e oggi abbiamo risultati mai raggiunti prima in termini di programmazione e sviluppo delle infrastrutture, di aumento dei flussi turistici, di elevamento dei livelli di innovazione e capacità di spesa dei fondi europei, sicurezza degli edifici pubblici e scolastici, tutela del suolo e del territorio, di una crescita esponenziale degli investimenti attuali per il diritto allo studio e la ricerca.
La linea scelta dal commissario porta all’autoisolamento del PD. Infatti è grave che a questa data il commissario non abbia indicato né un nome per un eventuale candidato alternativo a Mario Oliverio e né una proposta di programma e di coalizione elettorale. Il commissario si ostina solo ad insistere sul veto alla ricandidatura del presidente della giunta regionale uscente.
Tutto ciò produce disorientamento e disaffezione. Nella opinione pubblica calabrese sempre più si va facendo strada il convincimento che la Calabria si utilizzi come merce di scambio per gli interessi di potere delle correnti del partito romano. Oltretutto si agita la bandiera del rinnovamento per tentare una mera operazione di sostituismo, anche a costo di determinare una sconfitta elettorale certa e riconsegnare il governo della Calabria al centrodestra dei modelli amministrativi fallimentari. Il rinnovamento nel partito e nella sua rappresentanza istituzionale non può avvenire né per decreto né per cooptazione. Con questi metodi si favoriscono operazioni gattopardesche che nascondono insidie di involuzione e di restaurazione gravissime e caldeggiate da lobby e potentati locali. La Direzione provinciale impegna il Segretario e la segreteria a favorire processi di rinnovamento di genere, territoriale e generazionale aprendo il partito e le sue liste alle forze più moderne e dinamiche tali da poter rilanciare l’esperienza di governo regionale nella prossima legislatura.
Per questi motivi la Direzione provinciale della Federazione di Crotone:
ritiene inopportuna in questa fase una alleanza elettorale con il Movimento 5 Stelle; vista la proposta che la maggioranza dei sindaci della Calabria, le associazioni culturali e gli stessi circoli territoriali del pd hanno avanzato per la ricandidatura del presidente della giunta regionale uscente,
vista la disponibilità del Presidente Oliverio, comunicata ai sensi dello Statuto del PD nazionale ;
considerata l’assenza di altri candidati del Pd e della coalizione di centrosinistra; esprimendo un giudizio positivo sull’operato del Governo regionale per come affermato anche dalla Segreteria nazionale: propone formalmente la candidatura di Mario Oliverio alla carica di Presidente della Regione Calabria alle prossime elezioni regionali.
Inoltre, la direzione provinciale del PD di Crotone propone lo svolgimento delle elezioni primarie come metodo di selezione del candidato presidente, in presenza di eventuali diverse proposte nominative.
La direzione provinciale, infine, avanza la proposta di adesione del pd alla coalizione elettorale di centrosinistra a cui partecipano già quasi tutte le forze alleate del PD alle ultime elezioni politiche e numerosi movimenti e forze civiche e progressiste fortemente radicati in Calabria.
Riceviamo e pubblichiamo