Un nuovo grido di allarme per il perdurare dell’emergenza sanitaria nella città capoluogo e, quindi, per tutta la provincia. Il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo, lancia l’ennesimo richiamo alla mobilitazione a tutti gli organismi, ognuno per le proprie competenze, a scendere in campo per dare un seguito: “alle aspettative che si erano delineate nel corso del consiglio comunale aperto del 10 ottobre scorso, appositamente convocato e allargato alle autorità e alle istituzioni del territorio provinciale, e nella conferenza dei sindaci del 3 ottobre per affrontare insieme le emergenze della sanità locale”.
Stigmatizzando, innanzitutto, l’operato del presidente della Conferenza dei sindaci, il sindaco Limardo aggiunge: “un ruolo che ancora una volta non è stato esercitato per come dovuto, nessuna iniziativa, nessun monitoraggio e nessun coinvolgimento delle altre forze istituzionali, associazioni di categoria e via dicendo, soprattutto in questa fase cruciale in cui la Regione delinea la programmazione dei fabbisogni essenziali per il prossimo biennio. Ebbene, noi vibonesi, non abbiamo avuto nessuna interlocuzione, nessun incontro programmato dal presidente della conferenza dei sindaci. Tutto ciò, mi costringe ancora una volta a prendere l’iniziativa per garantire ai cittadini il diritto alla salute”.
Il momento, infatti, è di estrema criticità: “I cittadini vivono con l’ansia di non vedersi a volte garantiti neanche i Lea (livelli essenziali di assistenza), peraltro, non sono paragonabili a quelli erogati nelle altre province calabresi, per non parlare poi di quelli presenti nel resto d’Italia. L’assistenza sanitaria nel territorio provinciale non può essere demandata alla sola abnegazione dei medici, serve fare di più e soprattutto subito. Gli impegni presi in quel consiglio comunale sono rimasti lettera morta. E’ ora di mobilitarsi”.
D’altronde, la classifica annuale di “Italia Oggi”, pubblicata nei giorni scorsi, indica Vibo Valentia ultima per quanto riguarda il “sistema salute” nazionale, una graduatoria che intende fornire uno spaccato sulla dotazione di strutture sanitarie, che certifica il gap nel settore pur facendo emergere lo scorrimento in positivo (dal 110 al 91 posto) della posizione in graduatoria della provincia di Vibo Valentia.
In effetti, le priorità son o rimaste da allora inalterate: «A cominciare – ha aggiunto il sindaco –, nelle more della costruzione del nuovo ospedale civile, dal mantenimento e dal potenziamento dell’ospedale “Jazzolino” perché – è stato precisato in quel consiglio – è oggettivamente indispensabile farlo. Ma soprattutto poiché è necessario tutelare chi dentro ci lavora e, inoltre, i cittadini devono guardare e affidarsi a questo presidio ospedaliero con fiducia, serenità e tranquillità».
Il sindaco Limardo, rimarca ancora come sia stato disatteso il completamento di tutte le assunzioni previste da leggi e decreti già approvati: “E’ necessario che siano immediatamente coperti tutti i posti vacanti: medici, infermieri, specialisti e tutte quelle altre figure necessarie a garantire ai cittadini un corretto mantenimento dei servizi ospedalieri. Un’emergenza che ancora nessuno ha risolto anche per quanto riguarda la chirurgia con la mancanza di anestesisti e l’ortopedia che ancora oggi è chiusa”.
Molti gli impegni presi in quell’assise, oltre quindi a mantenere e potenziare la struttura dello “Jazzolino” e del personale carente nelle more della realizzazione del nuovo ospedale, anche il rafforzamento della medicina e dei servizi sul territorio, “tra i quali quelli garantiti dalla sanità privata accreditata, anche in termini di risorse economiche stabilendo un rapporto di integrazione tra pubblico e privato e che consenta di adempiere alla soluzione delle criticità attualmente esistenti nel sistema pubblico, pur non parificati agli stanziamenti delle altre provincie, altra nota dolente, considerando che anche questi sono inferiori rispetto agli altri territori”.
L’ennesimo grido d’allarme che il sindaco Maria Limardo, ancora una volta è decisa a portare aventi, passando subito all’azione e chiamando intanto a raccolta istituzioni, associazioni di categoria e cittadini.