Tutela e promozione del territorio passano necessariamente da contenuti progettuali, fondamentali per dare il via alla reale inclusione e alla crescita delle persone e delle imprese. La Confapi Calabria, tramite il suo presidente Francesco Napoli, ha studiato un piano strategico delle piccole e medie imprese da proporre alla futura classe dirigente regionale, pensando alla realizzazione di una commissione di esperti specifica per il rilancio dello sviluppo del Sud e della Calabria che «passa prevalentemente dall’industria dell’ambiente, dalla valorizzazione del nostro patrimonio naturale, storico e paesaggistico».
I numeri gli danno ragione: 600 mila ettari di boschi (60 mila di proprietà della Regione Calabria), un mare con oltre 600 chilometri di coste, l’unicità dei borghi e del patrimonio culturale così come la posizione geopolitica nel centro del mediterraneo sono una risorsa unica ma non valorizzata. L’ambiente incontaminato rientra tra il significativo patrimonio forestale: «La Calabria è dotata di tre parchi naturali e per la possibile vendita dei certificati di carbonio ovvero fare cassa vendendo aria pulita», ha affermato Napoli.
«Rappresenta – ha aggiunto – un baluardo a protezione del suolo, nella produzione di ossigeno, per la conservazione della diversità biologica. Diventa dunque necessario – ha continuato il presidente Confapi – adottare un approccio multidisciplinare ad ottenere interventi organici. Passare da una situazione di abbandono, a un recupero della gestione attiva dell’utilizzazione dei boschi. Con trazione di occupazione in forme di sviluppo assolutamente sostenibile». Per Napoli, anche la capacità vegetale incide fortemente sull’aspetto paesaggistico del territorio e si aggancia al patrimonio dei borghi: «Un loro ripopolamento, nei piccoli Comuni a rischio desertificazione, sarebbe una strategia fondamentale, anche perché la legge finanziaria del 2019 concede vantaggi fiscali titolari di redditi di pensione di fonte estera che trasferiscono la propria residenza nel Sud».
Basti pensare come all’estero vivano 400mila pensionati italiani. «Occorrono interventi mirati per il recupero strutturale con nuove attività economiche e strutture sanitarie private. Abbiamo già la disponibilità di investitori istituzionali pronti ad investire. Avremmo ricadute occupazionali importanti e richiamerebbe le “vecchie residenze” e tanti giovani emigrati», ha rimarcato Francesco Napoli che spinge alla concretizzazione di iniziative per intercettare risorse finanziarie di natura privatistica, e non pubblica. La Calabria, specie negli ultimi anni, è stata compromessa da fenomeni alluvionali e di dissesto idrogeologico che, per Napoli «richiedono l’attivazione urgente e inderogabile di misure di contrato alla rottura degli equilibri naturali. La pulizia dei fiumi e dei torrenti è rallentata dalle difficoltà di individuare risorse finanziarie per finanziare opere di bonifica degli alvei fluviali.
La compensazione dei costi delle attività inerenti la sistemazione dei corsi d’acqua può e deve avvenire attraverso la cessione dei materiali legnosi estratti. Equiparare le biomasse legnose estratte ottenute da questi lavori di bonifica a quelle previste dal D.M. 2 marzo 2010 può essere un valido contributo – anche nell’ottica dell’economia circolare – per alleviare da oneri eccessivi gli Enti competenti statali, regionale e locali. Infine, Francesco Napoli sulla questione mare non ha dubbi: «Per un mare pulito vanno potenziati i depuratori con interventi di ottimizzazione, adeguamento tecnologico e funzionale del sistema fognario di tutto il Tirreno, solo così si potrà rendere più attrattiva la Calabria con un turismo più produttivo».