Si finisce con l’apparire come il caporal maggiore Graziano che ordina a Oliverio di fissare le elezioni per il 26 gennaio.
E se non si parlasse del futuro dei Calabresi, del Centro Sinistra e del PD la questione potrebbe essere archiviata con una sonora risata.
Purtroppo, da qualche anno a questa parte, il degrado della politica ha consentito uno scambio preoccupante tra comici e politici e politici e comici.
Ma la drammaticità della realtà richiede di affrontare molto seriamente e con preoccupazione i problemi che riguardano il nostro futuro. Di fronte al catastrofico risultato dell’Umbria, pensavamo che fosse preoccupazioni di tutti interrogarsi sulle ragioni della pesante sconfitta.
Ci saremmo aspettati una riflessione critica ed autocritica nel PD a tutti i livelli, la convocazione di militanti ed iscritti che fino ad oggi non hanno avuto voce in capitolo nelle scelte operate da gruppi dirigenti molto “ristetti”. Non un convivio al caminetto, bensì una discussione libera, seria e rigorosa, fuori da logiche correntizie, su contenuti e alleanze di governo e sul futuro delle sfide che da qui a poco avremo difronte in diverse Regioni d’Italia a partire dalla Calabria.
E invece a cosa assistiamo? Appunto a un simil caporal maggiore che ordina al Presidente della Giunta Regionale, eletto dai Calabresi, di fissare l’elezioni il 26 gennaio, sovrapponendo, in maniera molto grave, il partito con le istituzioni democratiche, riducendo tutto ad una logica di caserma. Chiaramente il problema non è il caporal maggiore Graziano, ma i suoi “superiori”. Ma davvero, oggi nel PD, ci possa essere qualcuno che può pensare di dare ordini, immaginando magari che per mascherare le sconfitte la migliore difesa sia l’attacco?; Veramente qualcuno può pensare di risolvere la grave e difficile situazione del nostro Paese e della Calabria impartendo ordini gerarchico burocratici?
Consiglieremmo responsabilità a tutti e a chi gli compete, di richiamare l’intera pattuglia dei caporal maggiori a rapporto a Roma e di venire direttamente, di persona, ad affrontare una discussione seria e di merito, senza preclusioni, nel partito in Calabria. Una discussione in cui si abbia rispetto dei tanti militanti ed iscritti che, nonostante tutto, ancora militano nel PD. Dismettendo i luoghi comuni e l’arroganza di chi crede che il Mezzogiorno e la Calabria siano persi alla democrazia ed al civile democratico confronto, riducendo il tutto ad una questione di ordine pubblico e di magistratura e magari con il delirio di pensare di archiviare la partita delle prossime regionali con qualche candidatura, autorevole o presunta tale, di qualche magistrato o rappresentante delle forze dell’ordine.
Il confronto, nel reciproco rispetto, è necessario nel PD. Va abiurata l’arroganza, riconoscendo, ove vi fossero, ognuno i propri errori, lavorando tutti insieme, gruppi dirigenti, militanti ed iscritti a soluzioni adeguate per invertire la preoccupante deriva illiberale e reazionaria e lavorando, al contempo, per dare risposte di governo credibili a Roma a partire dalla manovra finanziaria in atto. Auspicando che chi dirige non confonda la tattica con la strategia.
Fonte: profilo FB Bruno Villella