Cosenza, 18 OTTOBRE 2019: Sentiamo il dovere di intervenire per smentire le giustificazioni che in questi due giorni il sindaco di Cosenza sta dispensando in ogni salsa, aggiungendo a questo punto anche alcune riflessioni.
Innanzitutto ci aspettiamo da un sindaco la capacità di assumersi le responsabilità derivanti non solo da atti o indirizzi politici da lui pensati ed attuati, ma anche derivanti dal ruolo che ha assunto nell’ormai lontano 2011, divenendo il primo cittadino e quindi assumendo onori ed oneri.
I tentativi di giustificare quanto sentenziato dalla Corte dei Conti addossando la totalità delle responsabilità a chi l’ha preceduto, è solo un comportamento autocelebrativo del suo operato.
La scelta di seguire la strada del piano di riequilibrio fa emergere un elemento estremamente importante, ovvero quello di aver deciso in totale autonomia la strada del ripianamento di una situazione debitoria importante, una situazione che avrebbe richiesto innanzitutto parsimonia senza dimenticare che un ente in questa situazione non dovrebbe attendere solo il controllo di un terzo, ma dovrebbe mettere in atto un sistema di controllo interno volto a verificare periodicamente lo stato di avanzamento verso gli obiettivi intermedi del piano stesso.
Questo è palese che non sia avvenuto innanzitutto perché un controllo come quello iniziato in primavera viene considerato strumentale e legato alla scelta, del nostro primo cittadino, di concorrere alla carica di Governatore.
Così come troviamo surreale considerare che i conti del comune non siano stati bocciati. Se non sui conti su quali elementi la Corte dei Conti avrebbe dovuto verificare il rispetto del piano di riequilibrio? Se si confermano non raggiunti gli obiettivi del piano per deduzione possiamo affermare che lo stato di salute dei conti comunali non esprimono livelli adeguati a far credere che ancora sia possibile l’azione di risanamento.
Vogliamo fare un esempio perché anche per noi i numeri sono numeri: gli obiettivi del piano di alienazione immobiliare per gli anni 2015, 2016 e 2017. In questi tre anni a fronte di una previsione annuale di introiti pari ad € 5.230.703,00 le cifre riscosse sono state € 190.880,27 (anno 2015), € 305.997,65 (anno 2016) ed € 258.926,62 (anno 2017). La Corte dei Conti ha semplicemente verificato il largo divario tra preventivato e consolidato e se a fronte di 5 milioni se ne incassano scarsi 200 mila (es. il 2015) di certo non si può dire che i conti riferiti a questo obiettivo siano da promuovere, non sarebbero neanche da matita rossa ma addirittura da matita blu.
Altro elemento è il monte dei debiti e non possiamo pensare che la forma possa variare la sostanza: lo stato patrimoniale alla voce complessiva “Totale Debiti” riporta per il 2018 un importo pari ad € 305.044.734,70 contro un valore pari ad € 291.169.134,39 nel 2017 evidenziando dunque un aumento di quasi 14 milioni di euro, aumento che si registra anche confrontando il 2017 con il 2016 (€ 291.169.134,39 vs € 278.260.272,42) ed in questo caso l’incremento è di quasi 13 milioni di euro. Dovremmo quindi affermare che si registra una tendenza in aumento e non in decremento come si vuol far credere e che dal 2016 al 2018 tale variazione sfiora i 27 milioni di euro.
Le percentuali snocciolate sul grado di trasformazione dei piani di riequilibrio in dichiarazioni di dissesto dovrebbero far riflettere e dovrebbero far capire quanto delicata sia questa fase e quanta attenzione deve quotidianamente essere posta, non è una consuetudine quello che poi si verifica ma una semplice conseguenza. Sarà anche vero che il destino possa essere segnato in questi casi, ma se a 7 anni di molte aliquote a livello massimo adesso dobbiamo aggiungerne altre 5 (perché il dissesto questo prevede) siamo sicuri che per i cittadini non cambia nulla? Così come i tagli su determinati servizi e/o la loro rimodulazione non sono di fatto un conto che i cittadini dovranno pagare ed in particolare i cittadini ricadenti nelle classi meno abbienti?
Non vogliamo continuare con un’analisi che in tanti altri casi porta allo stesso risultato, gradiremmo almeno ora un approccio diverso e soprattutto alla luce di un conto già salato evitare ai cosentini oltre al danno anche la beffa.
Permetteteci solo un’ultima curiosità: alla luce dei 17 milioni di entrate derivanti dal piano di alienazione immobiliare previsti nel Bilancio di previsione per l’anno 2019, quanti ne sono stati consuntivati ad oggi?
Italia in Comune Cosenza
Sezione 25 Aprile