Franco Pacenza, delegato del presidente della Regione Mario Oliverio alla sanità, ha partecipato alla riunione odierna della Commissione salute della Conferenza delle Regioni ed ha formalmente richiesto la riattivazione del fondino previsto per le Regioni in disavanzo sanitario.
Pacenza, nel relazionare sulla motivazione della richiesta, ha ripercorso le vicende dei Piani di rientro attivati con il Patto della salute 2007/2009.
“Proprio nel Patto della salute – ha ricordato il delegato regionale alla sanità nell’illustrare la proposta – fu condiviso tra lo Stato e le Regioni uno strumento di risanamento finanziario e organizzativo denominato Piano di rientro dal debito sanitario. Proprio con il Patto si è definita una dote finanziaria a carico dello Stato a sostegno dei Piani di rientro di ogni singola Regione. La dote finanziaria concordata per il 2007/2009 fu di 3 miliardi di euro, poi spalmate nelle successive leggi finanziarie. “Ora – ha evidenziato Pacenza – i disavanzi delle Regioni commissariate sono di diretta responsabilità ed emanazione dello Stato e, di conseguenza, i disavanzi prodotti dalle gestioni commissariali devono essere ripianati dal Governo centrale. Lo Stato – ha rimarcato – è titolare della gestione. È lo Stato che produce debito ed è lui che deve ripianarlo”.
A supporto di questa tesi il delegato della sanità Calabrese ha richiamato i dati forniti dal Ministero dell’economia in materia di disavanzo dal 2006 al 2018 ed ha con forza ribadito la necessità di riattivare il fondino “perché – ha detto – è ora che si sta discutendo del nuovo Patto della salute, il precedente 20014/2016 è stato approvato a luglio 2014, quindi è ora la prima occasione utile per la riattivazione del fondino”.
La Commissione ha condiviso l’argomentazione di Pacenza ed ha inserito la richiesta tra i punti da discutere con il Governo sul Patto della salute 2019 2021.
Il delegato del presidente Oliverio ha infine specificato che senza una risposta positiva a tale richiesta la Regione Calabria non darà l’assenso al nuovo Patto della salute.
Riceviamo e pubblichiamo