Quale progetto per cambiare la Calabria?

pubblicato da Redazione

E’ ormai una questione di ore per conoscere il candidato Presidente alle prossime elezioni regionali, sapremo se il centro-destra si presenterà agli elettori calabresi con un progetto unitario e, soprattutto se quella che si annuncia come una “primavera” avrà come capofila il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto.
Se quella che era stata la primavera araba, salutata da tutti come un evento di grande democrazia è fallita miseramente, da noi in Calabria questo ennesimo fallimento non possiamo permettercelo, giusto per non elevare a metodo la negazione di ogni speranza e soprattutto per non scavare ulteriormente il fossato che divide la politica con il corpo elettorale.
C’è indubbiamente l’esigenza di garantire dei punti fermi di ordine politico. Quelli che sono chiarezza sugli uomini e soprattutto chiarezza sul perimetro politico della coalizione di centro-destra, dove non può andare in subordine per un gioco di palazzo, il vincolo che “i porti sono chiusi”.
Se è così, visto che non può essere diversamente, allora qual è il rinnovamento che mette di fatto fuori gioco i tanti cittadini politicamente impegnati, professionisti e non, che rischiano di non competere solo perché questo presunto rinnovamento passa attraverso l’inclusione disdicevole, di vecchi residuati bellici politicamente, che nel salto cambiano casacca.
E’ per Mario Occhiuto rinnovamento imbarcare nel progetto, dove il civismo francamente soccombe, il consigliere Vincenzo Antonio Ciconte, già vicepresidente in quota PD della giunta Oliverio? O meglio ancora il consigliere Antonio Scalzo, già presidente del Consiglio regionale in quota PD sempre nella legislatura Oliverio? O di tanti altri che sono in procinto di baciare la pantofola papale cosentina? E ancora, ci si è chiesti quale sarebbe il saldo, attivo o passivo, sia in termini di voti, di credibilità e di condivisione di obiettivi politici, con queste operazioni di fusione a freddo?
Di certo la politica ha bisogno di credibilità, quella che oggi in Calabria non è più un opzione, ma è diventata un esigenza, come quella di smetterla con il balletto dei candidati alla presidenza, che cambiano ogni ora.
Sia chiaro noi non siamo qui a lanciare un endorsement interessato né per Mario Occhiuto, che se la politica ha credibilità dovrebbe essere il candidato indicato e riconosciuto da tutta Forza Italia già da tempo; né per Sergio Abramo di cui conosciamo i limiti e la mancanza di visione (rin)chiuso in una corte di nani, veline e giocolieri, sempre politicamente si intende, che stanno certificando il suo punto più basso di gradimento, la città di Catanzaro è un esempio, e che sarebbe una iattura per la Calabria. La risposta la fornirebbe proprio la città capoluogo di regione, certificandolo con il risultato delle urne…
Noi crediamo che in politica non si debba percorrere una strada solo a titolo di garanzia, molte volte personale, quando in gioco è il futuro di intere generazioni, quelle che oggi emigrano, ma che sia titolo di valore essere anche dissacranti, ma con schiena dritta e senza dovere rottamare, per un gioco consumato di palazzo, la dignità ed il cervello.
Agire in modo inverso significa consegnare il “rinnovamento” ad un museo di cultura egizia, fatto di mausolei e di tante mummie, allora si, che il “rompere le righe” avrebbe valore di sopravvivenza e di speranza autentica.

Alfredo SERRAO – presidente Associazione I QUARTIERI

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