Dal 15 al 17 settembre è in programma all’Università della Calabria e nelle comunità arbereshe di Santa Caterina Albanese e di Cerzeto una conferenza internazionale di studi per il bicentenario della nascita dello scrittore e del francescanoitalo-albanese Francesco Antonio Santori (1819-1894).
L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Universitaria “Francesco Solano” e dal Laboratorio di Albanologia dell’Università della Calabria, d’intesa con le amministrazioni comunali delle comunità santoriane di Santa Caterina Albanese e di Cerzeto, con il patrocinio della Regione Calabria (interverrà nel corso dei lavori l’Assessore alla Cultura Maria Francesca Corigliano) e della Repubblica del Kosovo – Presidenza della Repubblica. Diversamente da altri intellettuali di formazione ecclesiastica arbëreshe, di rito e formazione cattolica di rito bizantino, Santori fu un francescano di rito latino: formatosi nel Seminario diocesano di San Marco Argentano, dove ritroviamo con lui altre figure importanti del romanticismo calabrese come Vincenzo Selvaggi e Vincenzo Padula,per molti anni ha operato nel convento dei Riformati di San Marco Argentano, ricoprendo incarichi di responsabilità all’interno dell’ordine francescano. Figura di spicco della cultura arbëreshe – aveva Girolamo De Rada come suo mentore letterario – Francesco A.Santori appartiene a quella corrente romantica naturale calabrese fatta conoscere dal grande critico Francesco De Sanctis, che per la prima volta ha proiettato la nostra regione nella letteratura nazionale. Purtroppo la sua straordinaria opera, linguistica e letteraria, è rimasta in ombra sino agli anni 70 del secolo scorso, essendo rimasta in gran parte inedita, anche per la estrema povertà in cui visse – e una parte importante delle sue carte sono finite nel Fondo De Rada della Biblioteca Civica di Cosenza, dove attualmente si trovano, purtroppo in precario stato di conservazione. Le sue operevanno però al di là del romanticismo, assumendo una forte connotazione sociale assimilabile a quelle di Vincenzo Padula, e per alcuni aspetti anticipano dal punto di vista tematico il realismo nella letteratura albanese. Santori non è solo, assieme a Girolamo De Rada, a Giuseppe Serembe e a Gabriele Dara juniortra i protagonisti del romanticismo arbëresh, ma anche il primo autore in assoluto nella letteratura albanese di romanzi – il riferimento è alla Sofia Cominiate, ambientata nella Calabria del primo Ottocento durante il decennio napoleonico – ma anche di tante opere teatrali – la più nota è l’EMIRA,che descrive la dura repressione del brigantaggio meridionale da parte dell’esercito piemontese subito dopo l’Unità d’Italia, ma anche molti romanzetti o novelle in versi, novelle, drammi e melodrammi.
La tre-giorni santoriana, organizzata dalla Fondazione Universitaria “Francesco Solano” e dal Laboratorio di Albanologia dell’UNICAL, diretto dal prof. Francesco Altimari, ha visto il coinvolgimento attivo dell’Amministrazione Comunale di Santa Caterina Albanese, località di nascita dello scrittore, guidata dal Sindaco Roberto Lavalle e della Amministrazione Comunale di Cerzeto, guidata dal Sindaco Giuseppe Rizzo, ma possiamo dire delle due comunità arbereshe in cui lo scrittore arbereshe ha vissuto. Essa sarà inaugurata a San Giacomo di Cerzeto domenica 15 settembre, alle ore 18:00, comunità dove il Santori operò come parroco e morì nel 1894, con una Messa solenne in cui è prevista la partecipazione del Vescovo della Diocesi di San Marco-Scalea, Mons.Leonardo Bonanno, e di don Ennio Stamile, sacerdote originario della stessa comunità e responsabile regionale di Libera Calabria. Seguirà la presentazione della antologia santoriana, in albanese con traduzione italiana a fronte, a cura di Vincenzo Belmonte. Chiuderanno la manifestazione la presentazione del sito web santoriano, con le opere manoscritte on-line e i luoghi citati nelle opere del Santori, sito curato dall’ing. Battista Sposato, con la collaborazione di Luigi Caparelli, Monica Lombardo e Sandra Domanico e la rappresentazione teatrale della EMIRA, curata da Nando Pace, con voce recitante Brunilda Lato e la partecipazione del gruppo etnomusicale ShpirtiArberesh di Cerzeto edel Coro Picilia di Santa Caterina Albanese.
PROGRAMMA
Il 16 settembre prenderà il via a Santa Caterina Albanese la conferenza internazionale santoriana, a cui partecipano complessivamente ca.40 studiosi provenienti da 18 centri universitari e accademici di Italia (Unical, Palermo, Venezia, Napoli, Roma, Lecce), Albania (Tirana-Università, Accademia delle Scienze, Accademia Studi Albanologici, Scutari, Argirocastro, Valona), Grecia (Salonicco), Serbia (Belgrado), Kosovo (Prishtina Università, Accademia delle Scienze, Gjakova) e Macedonia (Tetovo, UEES). Dopo una intensa giornata di relazioni, incentrate sulla letteratura e la filologia delle opere santoriane, i congressisti visiteranno i luoghi santoriani dell’antico borgho di Santa Caterina e assisteranno allo scoprimento della lapide, da parte del Sindaco Lavalle, nella casa natale di Santori, nel bicentenario della sua nascita. In serata dopo la presentazione alla comunità della antologia santoriana, e del sito web sulle opere e i luoghi santoriani predisposto dalla Fondazione Solano, ci sarà la presentazione del documentario HORA, una storia arbereshe, curato dalle registe Maria Alba e Graziana Saccente.
I lavori della conferenza proseguiranno nella giornata di martedì 17 settembre all’Università della Calabria, presso la Sala Multimediale del Dipartimento di Culture, Educazione e Società. Nella mattinata dalle 9 alle 13:30 si terrà la sessione linguistica, mentre nel pomeriggio dalle 15 alle 17 la sessione storica, che dalle 17 alle 128:30 prevede un evento dentro l’evento: la presentazione da parte di Carlo Spartaco Capogreco, dell’Università della Calabria, del recente libro di Carmine Pinto, dell’Università di Salerno, La guerra per il Mezzogiorno: Italiani, borbonici e briganti (1860-1870), Laterza 2019, la cui tematica di grande attualità nel dibattito storiografico è molto vicina alle vicende narrate dal Santori nel suo dramma EMIRA. E significativamente, al termine del dibattito che seguirà alle conclusioni dell’autore del libro, verrà rappresentata dalle 18:30 alle 19:30 nel Teatro Piccolo dell’Università della Calabria una versione ridotta dello stesso dramma santoriano EMIRA.