Il Governatore Mario Oliverio riteneva la variazione del bilancio relativa alla copertura delle spese relative alla consultazione elettorale regionale comprendendo anche l’eventuale chiamata alle urne per le primarie istituzionali un qualcosa di già fatto.
Ma nell’ambito del Consiglio regionale con i dissidenti della maggioranza pronti a votare “no” ha preferito rinviare alla prossima seduta. “Il finanziamento del procedimento elettorale non è un atto politico. La data delle elezioni – ha affermato il Governatore Mario Oliverio – viene fissata dal presidente della Regione di concerto con il presidente della Corte d’Appello nel periodo previsto dalla legge”.
In poche parole Mario Oliverio ha ribadito che la scelta della data delle elezioni rimane una sua prerogativa indipendentemente dall’approvazione o meno della copertura finanziaria. “Non ho ancora deciso nulla a tal proposito – ha sottolineato con forza il Governatore Mario Oliverio – anche se le prime date utili sarebbero il 24 novembre o il primo dicembre, ma le stesse devono essere indetto nei 60 giorni dalla scadenza del mandato”. Quindi tutto rinviato alla prossima seduta consiliare nell’ambito del balletto in corso che contraddistingue una maggioranza sempre più sfaldata e divisa al suo interno. E far i dissidenti primeggia il consigliere regionale Carlo Guccione che in merito alla data delle elezioni ha sostenuto che la colpa è solo del Presidente Oliverio che non firma il decreto di indizione delle stesse. Ma il consigliere Guccione va oltre e propone l’abolizione della legge delle primarie istituzionali che hanno un costo altissimo a carico dei calabresi. A tal punto il Presidente Oliverio constatato che sarebbero mancati i numeri per approvare il tutto ha preferito rinviare alla prossima seduta per ammettendo di aver recepito la volontà del consiglio regionale di “votare il prima possibile nei sessanta giorni che partono dal 24 novembre”. Riprende quota, quindi, la possibilità che si possa andare al voto l’8 dicembre o il 15 dicembre, come sembra sia possibile anche per la Regione Emilia Romagna, guidata anch’essa dal centrosinistra con il Governatore, Stefano Bonaccini, del Pd.
Redazione