Matteo Salvini, il leader della Lega, ha trascorso due giorni in Calabria dimostrando di nutrire una certa attenzione per la regione che al Sud presenta le negatività più acute. E tante sono state le promesse e gli annunci fatti. Dall’impegno sul lavoro con “una giunta di uomini e donne “tosti” puntando soprattutto sul lavoro che è quello che chiedono i calabresi”. Inoltre Matteo Salvini ha anche annunciato di avere particolare attenzione per determinati settori. “L’ho detto che occuparci di agricoltura, pesca e turismo per noi sarebbe un orgoglio, perché lo facciamo ovunque governiamo. Agricoltura, pesca e turismo per la Calabria potrebbero essere l’oro, il petrolio di questa terra, se ben gestiti e ben curati”. E non è finita, a Reggio Calabria, visitando il costruendo Palazzo di Giustizia con i lavori che durano da ben 15 anni, ha anche promesso che “chi ne ha la responsabilità ne dovrà pagare le conseguenze”. Una marea di buone intenzioni e di promesse che hanno ovviamente galvanizzato il popolo leghista che ha tributato alla Lega in Calabria ben 94.550 voti, il 12,3%, con i quali sono stati eletti ben quattro consiglieri regionali. Risultato che solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile. Ma ora inizia la fase più difficile, quella che passa dalle promesse, dagli annunci, dalle attese ai fatti. Quella dove si dovranno realizzare fatti concreti e tangibili. E’ facile promettere, lanciare illusioni, far vedere mari e monti. Molto più difficile è fare, è realizzare. Rimarcando che fare e realizzare in Calabria è molto più difficile che altrove. Il gruppo consiliare regionale della Lega è chiamato ad un compito immane. Dimostrare con i fatti di essere in grado di smuovere davvero qualcosa in una macchina ferraginosa, elefantiaca ed immobile come lo è l’Ente Regione Calabria. Salvini non si illuda nel pensare di poter esportare in Calabria il modello di gestione politica del Veneto o della Lombardia La differenza è abissale. Dovrà lottare contro quei poteri forti occulti che dalla Calabria hanno conquistato anche la sua Lombardia, essendo oramai assodato che la vera capitale della ‘ndrangheta da anni non è più oramai la provincia reggina, bensì l’opulenta e ricca Milano. Sarà interessante osservare nel tempo se dalle promesse arriveranno i tanti sospirati fatti. Sarebbe davvero rivoluzionario, sarebbe l’inizio di una nuova era.
Gianfranco Bonofiglio