La sanità in Calabria è una delle grandi emergenze oramai da anni e aumenta sempre più il triste fenomeno dei viaggi della speranza, dei calabresi costretti ad andare al Nord per curarsi.
Una mobilità sanitaria costosa che impone a chi già soffre per problemi di salute ulteriori sacrifici e spese che non tutti possono affrontare.
Ma nel mare di cattive notizie e di disastri annunciati, ogni tanto è possibile anche scrivere di buone novelle, di eventi positivi.
E’ il caso dell’apertura a Rende nella centralissima Via Rossini del Centro San Marco, un polo sanitario multidisciplinare.
Non capita spesso, anzi.
“Dal Veneto alla Calabria, la sanità che punta verso Sud”
La scommessa di una società Padovana, per limitare la mobilità sanitaria e migliorare l’accesso alle cure
“Padova, 20 gennaio 2024 – La società padovana Urus Group s.r.l., specializzata nella progettazione, gestione e organizzazione di strutture sanitarie multidisciplinari e odontoiatriche, punta verso Sud, attivando in Calabria un nuovo e moderno hub sanitario multidisciplinare.
Il progetto, avviato nel maggio 2021, ha portato alla realizzazione di una nuova struttura sanitaria, San Marco – Centri Medici, realizzata all’interno del comune di Rende (CS), alle porte della città di Cosenza, attivando i primi servizi sanitari dallo scorso 10 gennaio.
L’iniziativa, punta principalmente ad attivare sul territorio un polo di eccellenza sanitaria, incentivando la collaborazione tra specialisti provenienti da realtà pubbliche e private della sanità veneta e specialisti locali di comprovata esperienza professionale.
Questa sinergia tra il knowhow sanitario veneto e le preziose risorse professionali presenti sul territorio, vuole promuovere lo scambio di conoscenze tra specialisti, offrendo di conseguenza, una più ampia gamma di servizi dedicati agli utenti che risiedono in regione, con l’obiettivo di ridurre, nella misura del possibile, il trend della mobilità sanitaria, ovvero quel fenomeno che vede un gran numero di pazienti provenienti dal Meridione, spostarsi verso gli ospedali del Veneto e di altre regioni del Nord”.