Che l’Autonomia differenziata passerà e diverrà legge non vi sono dubbi. Il prossimo 16 gennaio la riforma tanto voluta dal Ministro per le Autonomie della Lega, Roberto Calderoli, approderà nell’Aula del Senato e poi proseguirà il suo iter.
In altri tempi una legge del genere avrebbe atto inorridire non solo tutti i meridionali ma soprattutto i parlamentari del Sud avrebbero fatto barricate e battaglie aspre e durature per impedirne l’approvazione.
Ma i tempi dell’oggi sono tutt’altro di quelli che furono. Un Mezzogiorno silente, sempre più succube, incapace di qualsiasi ribellione o protesta con una classe politica impegnata solo a tutelare i loro interessi non costituiscono più alcun problema.
E nell’epoca di lassismo, noncuranza, ignoranza e sfrenato individualismo si consumerà l’ultimo strappo, quello definitivo, su una questione meridionale già dimenticata da tempo e da anni oramai fuori moda.
A parte qualche chiacchiera di qualche Presidente di Regione e qualche comunicato stampa tutta la maggioranza sarà compatta nel perseguire l’obiettivo.
E voteranno a favore tutti i parlamentari della maggioranza di Governo compresi quelli eletti nelle regioni meridionali.
Figuriamoci se i deputati della Lega eletti al Sud potranno mai contestare o dire qualsiasi parola contro una legge fortemente voluta da sempre dalla Lega di Matteo Salvini.
Umberto Bossi con Roberto Calderoli ai tempi delle invettive contro i meridionali ( più che eloquente il gesto di Calderoli)
E si accoderanno anche i parlamentari di Fratelli d’Italia e di Forza Italia che non possono fare altro che votare secondo le indicazioni dei leader di partito.
Dei 200 senatori che compongono l’Aula del Senato eletta nel 2022 in Calabria ne sono stati eletti in sei. Quattro per la maggioranza e due per la minoranza. I quattro senatori della maggioranza sono Fausto Orsomarso ed Ernesto Rapani per Fratelli d’Italia, Mario Occhiuto, fratello del Governatore Roberto Occhiuto, per Forza Italia e Tilde Minasi per la Lega.
Il senatore Fausto Orsomarso di Fratelli d’Italia
Qualcuno tenterà di dire che è necessario prima approvare i famigerati Lep ( livelli essenziali delle prestazioni) con relativi finanziamenti ( lo Svimez stima che tali finanziamenti dovrebbero aggirarsi intorno agli 80 miliardi di euro circa) e poi si passerà alla votazione della legge.
Intanto continuano gli scippi ai danni del Mezzogiorno. Non bastava la rimodulazione del Pnrr, la creazione di una Zes unica con regia a Palazzo Chigi. Ora vengono a mancare anche gli stanziamenti del Fondo perequativo.
Il senatore Mario Occhiuto di Forza Italia con Silvio Berlusconi
Un fondo nato nel lontano 2009, voluto dall’allora Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per compensare la legge sul federalismo fiscale fortemente voluta dalla Lega. Un fondo di compensazione che doveva finanziare la messa in sicurezza di scuole ed ospedali ma anche costruire strade, ferrovie, condotte idriche e di gas.
Fondo che comunque non ebbe alcun finanziamento sino al 2020. Solo con il Governo Conte 2 vennero stanziati con la legge finanziaria del 2021 ben 4,6 miliardi da utilizzare nel 2022 e 2023.
Ebbene di questo fondo oggi ben 3.5 miliardi si sono volatilizzati probabilmente verso la costruzione del Ponte sullo Stretto.
Chi può credere con tali precedenti che il Governo possa essere in grado di stanziare 80 miliardi per garantire i Lep.
Vi crede o almeno lo afferma il Governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, che intervenendo in una convention di Forza Italia a Napoli, ha affermato che “L’autonomia differenziata è solo una possibilità offerta dalla Costituzione che invece prevede due obblighi tutt’oggi inapplicati: garantire i medesimi diritti sociali e civili su tutto il territorio nazionale, e la perequazione.
Un bambino di Benevento deve avere gli stessi servizi e le stesse possibilità che ha un bambino di Sondrio. I Lep vanno finanziati e vanno finanziati tutti, non solo – come vorrebbe il ministro Calderoli – quelli oggetto delle possibili intese. Su questo vorrei che Forza Italia prendesse una posizione netta”.
Vedremo cosa accadrà nelle Aule parlamentari e vedremo cosa voteranno i parlamentari del Mezzogiorno e quelli calabresi, in particolare, considerato che la Calabria è la regione con i dati più drammatici fra tutte le regioni del Sud.
Vedremo se alle parole seguiranno i fatti concreti.
Anche se in politica ciò equivale ad un miracolo, sempre per chi nei miracoli ancora si ostina a crederci.
Redazione