Come sempre la Calabria è un mondo altro rispetto alle dinamiche nazionali. E questo vale soprattutto in politica.
Mentre a livello nazionale la Premier Giorgia Meloni da leader di Fratelli d’Italia è ben cosciente del ruolo trainante di Fratelli d’Italia nel centrodestra in Calabria il partito dei fratellisti continua a sottostare in silenzio allo strapotere di Forza Italia e della famiglia Occhiuto che domina il partito che fu di Silvio Berlusconi.
Ad onor del vero il Governatore o Zar, On. Roberto Occhiuto ha concesso molto di più al partito di Matteo Salvini, la Lega, ( citiamo solo alcune delle nomine affidate alla Lega come l’Aterp, la Sorical e la Film Commission) che al partito guidato in Calabria dalla sottosegreteria agli Interni, On. Wanda Ferro, (nella foto di apertura con Giorgia Meloni), evidentemente molto più impegnata a Roma che in Calabria.
Basti solo ricordare che nei mesi scorsi in un convegno organizzato a Cosenza da Fratelli d’Italia lo stesso Governatore Occhiuto affermò di avere troppe deleghe ( infatti non si contano) e che qualcuna, magari quelle che pesano meno, l’avrebbe concessa nei giorni successivi a Fratelli d’Italia.
Ma sono passati mesi da allora e il Governatore le numerosissime deleghe continua a tenersele ben strette, tanto in Fratelli d’Italia nessuno fiata.
Probabilmente si attende il fatto che dopo le elezioni Europee andrà in vigore l’incompatibilità fra il ruolo di coordinatore regionale e incarico di governo.
Incompatibilità voluta dalla stessa Meloni.
Quindi quando a Roma si provvederà a nominare i nuovi coordinatori regionali l’On. Wanda Ferro non potrà essere rinominata.
Nomine dei coordinatori decise a Roma nella stanza della stessa Meloni (o al massimo nella stanza della sorella Arianna o dell’On. Giovanni Donzelli).
L’On. Giovanni Donzelli con Giorgia Meloni
Altrimenti non saremmo nella seconda repubblica che si avvia alla Terza.
Mentre a livello nazionale si prepara lo scontro in previsione dei prossimi appuntamenti elettorali regionali.
E’ bene precisare che nel 2024 gli appuntamenti elettorali interesseranno ben 5 regioni, Sardegna, Basilicata, Piemonte, Abruzzo ed Umbria.
Tutte le cinque regioni chiamate al voto sono attualmente governate dal centrodestra ( In Italia sono ben 15 su 20 le regioni governate dal centrodestra).
Sardegna ed Umbria governati da Presidenti leghisti ( Cristian Solinas e Donatella Tesi). Piemonte e Basilicata da Governatori di Forza Italia (Alberto Cirio e Vito Bardi). Il solo Abruzzo è governato da un esponente di Fratelli d’Italia (Marco Marsilio).
Si voterà anche in 3.700 comuni e sei capoluoghi di regione (Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza).
Fratelli d’Italia ha già chiuso l’accordo con Forza Italia e Noi Moderati, per Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, meloniano molto vicino a Giovanni Donzelli.
Mentre Matteo Salvini vuole a tutti i costi la riconferma del presidente uscente Christian Solinas, esponente del Partito Sardo d’Azione, di fatto da anni una costola del Carroccio.
Fratelli d’Italia considerato il peso acquisito nelle elezioni politiche del 2022 giustamente non vuole e non può ricandidare tutti i cinque Governatori uscenti.
E questo vale anche per Alberto Cirio in Piemonte, Vito Bardi in Basilicata ( entrambi di Forza Italia) e Marco Marsilio in Abruzzo (Fratelli d’Italia).
Fratelli d’Italia, oltre alla Sardegna e alla riconferma di Marsilio in Abruzzo, vuole anche una grande regione del Nord. O il Piemonte quest’anno o il Veneto il prossimo.
Ovviamente anche il vicepremier Antonio Tajani, segretario di Forza Italia vuole la ricandidatura di Cirio in Piemonte e di Bardi in Basilicata.
Un bel groviglio che dovrà essere risolto con una riunione a tre, Salvini – Meloni – Tajani.
Ma mentre a livello nazionale la quadra certamente si troverà e Fratelli d’Italia avrà il suo peso in Calabria continua il silenzio e la marginalizzazione del primo partito italiano che esprime la Presidenza del Consiglio.
Fenomeno politicamente inspiegabile. Ma in Calabria è difficile trovare qualcosa di politico che abbia una sua ragion d’essere.
E’ sempre difficile individuare le logiche che sottendono alla politica calabrese.
Altrimenti non sarebbe la Calabria e sarebbe una delle tante regioni italiane conformi al discorso politico nazionale.
La Calabria, non per nulla, è la Calabria.
Redazione