Il calo demografico per la forte denatalità e l’emigrazione giovanile sono un combinato esplosivo per il futuro della Scuola in Calabria.
I numeri sono semplicemente da rabbrividire. Basti accennarne qualcuno. Secondo i dati del MIUR relativi all’anno scolastico 2021/2022 il calo complessivo del numero degli studenti iscritti nelle scuole primarie e secondarie è stato di quasi 8.000 unità rispetto all’anno precedente e per quel che riguarda l’anno scolastico 2022/2023 è stato di circa 6.000 studenti in meno.
Un calo in solo due anni di 14.000 alunni con una media di 7.000 alunni all’anno.
Una media semplicemente spaventosa che, unita al forte tasso di abbandono rende “l’alunno”, merce preziosa e vitale per la sussistenza stessa della scuola.
E per ogni scuola che chiude si moltiplicano i docenti perdenti sede che, magari nei loro ultimi anni di insegnamento, già fortemente demotivati, tristi, stanchi e coscienti del degrado del mestiere di “docente” sottopagato, senza alcun ruolo sociale, spesso costretto a sottostare alle angherie e alle prepotenze di una classe di “dirigenti”, con le dovute eccezioni, che, assumendo il ruolo di un potere smisurato che le norme scolastiche gli concedono, si accaniscono sui poveri docenti divenuti oramai i veri “Ugo Fantozzi” della società odierna, sono anche costretti a viaggiare e a raggiungere sedi disagiate ritornando agli anni del loro giovanile precariato.
E pensare che i “docenti” dovrebbero essere teoricamente i formatori e gli educatori dei giovani e, quindi, della nuova società del cambiamento. In teoria dovrebbero avere un ruolo importante, un ruolo gratificante. Ma questa è solo poesia, solo retorica, solo parole che inondano tutte le scartoffie che pervadono il mondo scolastico. Parole lontane anni – luce dalla realtà.
Aver distrutto il ruolo del docente significa aver destrutturato e sminuito per i nostri giovani quell’autorevolezza e quella credibilità che i docenti dovrebbero avere per poter essere in grado di preparare, educare e istruire i giovani alla vita.
Ma nel degrado incessante di questo Paese oramai alla deriva, la crisi del mondo della Scuola continua ad essere taciuta e colpevolmente sottovalutata.
Redazione