Continua senza sosta dal 22 febbraio l’esodo al contrario dei tanti meridionali che, vivendo al Nord e conservando la residenza nelle regioni del Sud, rientrano nelle regioni di residenza per paura del Coronavirus. Un comportamento deprecabile ed irresponsabile ed esattamente contrario alle disposizione del Governo. Essersi sottoposto ad ore ed ore di viaggio in bus, in vagoni di treni o cuccette ha significato sottoporsi ad un grande rischio di contagio personale, oltre al pericolo di contagiare i propri cari, magari genitori e nonni più anziani e, quindi, più a rischio. Ed in m merito agli articolo pubblicati da quotidiani nazionali su alcuni treni notturni stracolmo sino alla giornata di ieri il Ministero dei trasporti ha emanato un apposito decreto. E sul decreto il MInistero ha diffuso una nota del seguente tenore: “Alla luce del decreto firmato ieri dalla ministra delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, relativo alla riduzione dei treni ordinari a lunga percorrenza, si comunica che, nell’ambito di tale decisione, da questa sera i treni notturni non saranno più disponibili. Al fine di contrastare e contenere l’emergenza sanitaria da Coronavirus, il Mit sta progressivamente razionalizzando l’offerta in accordo con gli operatori sanitari, in considerazione del Dpcm dell’11 marzo”. Probabilmente sarebbe stato il caso di bloccare anche di giorno e definitivamente il transito dei treni. Anche in questo caso la mancanza di norme ferme e decise potrebbe peggiorare la situazione. Intanto in Regioni come la Calabria dove la sanità è praticamente distrutta da anni ed anni di malaffare e sciacallaggio politico cresce l’ansia e la preoccupazione sui possibili effetti di contagio che potrebbero sorgere dal maxi – esodo di questi giorni dei tanti calabresi che sono ritornati dalle regioni del nord in Calabria. Non resta che attendere e attenersi con scrupolo alle norme dettate dal Governo per contenere la diffusione ed il contagio del Coronavirus. Contenimento quanto mai necessario e vitale per una regione debole e senza difesa sanitaria come la Calabria.
Redazione