In tanti nei giorni scorsi hanno voluto partecipare al ricordo in Chiesa dell’avvocato Franco Maria De Rose che è passato a miglior vita e che ha lasciato una traccia indelebile in chi lo ha conosciuto e lo ha frequentato. Tanti i traguardi raggiunti da uomo delle Istituzioni e da fedele servitore dello Stato, con incarichi dirigenziali di alto livello e sempre di primo piano.
Ma nel ricordo di Franco De Rose riportiamo integralmente le struggenti parole dettate dal cuore e lette dal pulpito della Chiesa dal suo caro e fraterno amico di sempre, il noto avvocato e Maestro del diritto, Niny Feraco. “Nessuna retorica, nessuna iperbole, Franco non aveva né l’una né l’altra cosa. Glielo impediva il suo stile di vita, lontano dalla superbia del “potere”, ma imbevuto di quella onestà intellettuale che lo portava a non essere giudice della realtà, ma critico leale delle lacune della vita di tutti i giorni. Negli ultimi mesi della malattia, ci siamo sentiti tutti i pomeriggi e l’ultima telefonata me l’ha fatta la sera precedente il mattino in cui è entrato in coma. Era contento che le cose andassero bene ed oggi, mi chiedo, se mi ha detto la verità o se aveva metabolizzato il senso della sofferenza e, chissà, del dolore.
Tantissimi anni di amicizia cristallina insieme con pochi altri: ci siamo raccontati e questo filo resta uno dei segmenti importanti della nostra e della mia esistenza. Quando Luca, il figlio, senza aggettivi, mi ha detto di parlare in Chiesa, ho pensato molte cose, ho avvertito più stati d’animo. In Chiesa è tutto diverso e suggestivo, è diverso e suggestivo il silenzio il silenzio, in Chiesa è diverso e suggestivo il silenzio, in Chiesa è diverso e suggestivo il dialogo con se stessi, in Chiesa va sussurrata o, addirittura inventata, la preghiera più semplice che ti coinvolge.
A tutti capita di rivolgere il pensiero alle persone che non ci sono più fisicamente al tramonto, perciò “campanaro”, chiunque tu sia, quando sul far della sera, nell’ora più dolce della giornata, l’ora dell’Ave Maria, ti accingerai a suonare le campane, fallo piano, dolcemente e con i rintocchi accompagnalo verso la vita eterna degli uomini giusti, verso la vita eterna delle persone prescelte. Ciao Franco, Ti abbracciamo tutti”.
Gianfranco Bonofiglio