Nonostante i leader del centrodestra continuano a dare alle elezioni regionali che si terranno in Emilia Romagna ed in Calabria il prossimo 26 gennaio una valenza addirittura nazionale, per assurdo, ed in totale controtendenza, in Calabria non si è mai assistito ad una campagna elettorale più spenta e più silenziosa di quella attuale.
Nonostante abbia una indubbia valenza politica che va ben oltre i confini calabresi. Una campagna elettorale che si concentra nella campagna elettorale dei 306 candidati distribuiti nelle 14 liste.
Ben 60 candidati in meno delle precedenti elezioni dove a recarsi alle urne fu solo uno scarno 44% degli aventi diritto al voto. E a rimarcare la valenza nazionale del test elettorale regionale è la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che in una trasmissione televisiva su Rete 4 ha ribadito che “se il Centrodestra dovesse vincere in Calabria e in Emilia-Romagna è automatico che noi chiederemmo al presidente della Repubblica di andare ad elezioni”.
“A differenza di quello che si dice il presidente della Repubblica non è un notaio, non deve mettere un timbro su qualsiasi maggioranza. In genere, che le elezioni regionali non siano decisive per il governo nazionale lo dice chi sta per perdere”. Mentre il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e tanti altri ministri e sottosegretari continuano ad affermare che una consultazione elettorale localistica e di sole due regioni non ha alcuna influenza sulla tenuta del Governo.
La Redazione