Parte da subito con diversi nodi da sciogliere l’anno di politica agricola del 2020, sia sul fronte nazionale che estero. Sul tavolo del confronto il rinnovo della negoziazione della Politica agricola comune (Pac) per la programmazione 2021-2027 in un contesto nel quale si dovranno affrontare, tra i primi scogli, “macigni” come dazi Usa, Brexit ed etichettatura alimentare, per citare i principali dossier. Nel frattempo è entrata in vigore la direttiva Ue che cambia le regole sull’Imo (International Maritime Organization) per ridurre l’inquinamento marittimo con temuti costi aggiuntivi per l’export ortofrutticolo. E in Italia troverà applicazione il decreto Clima, con la legge ‘Salva mare’, primo passo verso il Green New Deal.
E’ attesa, inoltre, per il 31 gennaio, l’approvazione dell’accordo sulla Brexit, con una successiva fase di transizione che aprirà le basi delle future relazioni commerciali tra la Gran Bretagna e l’Ue.
Altro fronte caldo per l’agroalimentare è quello dell’etichettatura alimentare con due proposte: quella francese con l”etichetta a semaforo’ con bollino rosso per i cibi troppo grassi, zuccherati o salati o l’italiana ‘a batteria’ che valuta il singolo prodotto all’interno della dieta secondo le quantità consumate.
Sul fronte interno al lavoro per il Collegamento agricolo e Agricoltura 4.0. Ancora aperte, come segnalano le organizzazioni agricole Copagri e Cia agricoltori italiani, questioni come le misure per la lotta al caporalato, semplificazione amministrativa, la stabilizzazione dei giovani in agricoltura e la transizione ecologica, legata in gran parte al caro-gasolio e alla rottamazione dei mezzi agricoli.
Fonte: Ansa