Il fondatore del Movimento “Diritti Civili”, Franco Corbelli, da tantissimi anni impegnato in tante battaglie civili valutando positivamente l’impegno del neonato movimento delle “Sardine”, coglie l’occasione di lanciare un pubblico invito ai giovani che hanno promosso tale movimento per partecipare alla manifestazione che si terrà domenica 22 dicembre a Tarsia in favore del costruendo Cimitero Internazionale dei Migranti.
“Saluto con piacere le Sardine che vanno in piazza per dire no all’odio e ai disumani decreti sicurezza e per difendere l’accoglienza. Voglio per questo cogliere l’occasione e invitarli in Calabria, per una importante e significativa manifestazione, in un luogo, il Cimitero internazionale dei Migranti, simbolo nel mondo dell’accoglienza che darà dignità alla morte di quanti perdono la vita nei tragici naufragi, mentre fuggono da guerre, persecuzioni e miseria.
Li invito e li aspetto, insieme al sindaco Roberto Ameruso, a Tarsia, domenica 22 dicembre, data fortemente simbolica che ha segnato esattamente, un anno fa, in questo giorno (22 dicembre 2018), l’inizio dei lavori di questa grande opera umanitaria, apprezzata in tutto il mondo ed elogiata dal Vaticano”.
È quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della monumentale opera, unica nel mondo, per la cui realizzazione lotta ininterrottamente da oltre 6 anni, dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013.
“Se le Sardine sono coerenti con quanto vanno manifestando ed esprimendo nelle piazze italiane domenica 22 dicembre vengano a Tarsia, per mandare al mondo, alla vigilia del Natale questo forte messaggio di pace, di accoglienza – continua Franco Corbelli – e per dire no all’odio e a ogni forma di razzismo ed xenofobia, per ricordare tutte quelle povere vittime che questo clima di intolleranza verso gli immigrati e i porti chiusi provoca con le tante stragi nel Mediterraneo, che continuano purtroppo anche se non se ne parla più.
Le Sardine dell’accoglienza vengano a Tarsia, su quel prato immerso tra gli ulivi secolari, una vasta area di oltre 28mila mq, di fronte al Lago e al vecchio cimitero comunale, in parte anche ebraico, e a pochissima distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti, luogo di prigionia ma anche di grande umanità, dove, durante la guerra, nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza, ma vennero tutti aiutati dalla popolazione locale e dalla stessa Direzione del Campo”.
“Vengano in questo luogo sacro, del costruendo Cimitero dei Migranti. Ricorderemo tutte le oltre 40mila vittime che dal 1990 ad oggi hanno perso la vita nel mare Mediterraneo. Noi a quelle vittime daremo dignità, cancellando la disumanità di quei poveri corpi, quasi tutti senza nome, seppelliti (con un semplice numerino) in tanti piccoli, sperduti camposanti che di fatto ne cancellano per sempre ogni ricordo e riferimento per i loro familiari, dei lontani Paesi del mondo, che non sapranno mai – conclude il leader di Diritti Civili – dove andare un giorno a cercarli per portare un fiore e dire una preghiera”.