Le divisioni e le guerre all’interno dei partiti e fra partiti che accompagnano la rovente vigilia delle prossime elezioni regionali del 26 gennaio potrebbero creare gli scenari per tante sorprese considerando le differenze abissali rispetto alle elezioni tenute il 23 novembre del 2014, quando a competere erano in tutto quindici liste su cinque candidati a Governatore complessivi. Si usciva dal triste epilogo dello scioglimento del consiglio regionale a guida Scopelliti e nell’aria si intravedeva una vittoria certa per il centrosinistra. Per come poi avvenne. il candidato Mario Oliverio, affiancato da ben otto liste, quindi più della metà delle 15 complessive, aveva quale antagonista un centrodestra con candidata Wanda Ferro con solo tre liste, Forza Italia, Casa delle Libertà e Fratelli d’Italia, mentre il candidato Nico D’Ascola era affiancato da due liste, il defunto Ncd di Alfaniana memoria e l’Udc. Vi era poi una sola lista del Movimento 5 Stelle con candidato Cono Cantelmi ed un ulteriore candidato, Domenico Gattuso con la lista l’Altra Calabria. Oliverio vinse facile con il 61,4% dei voti anche se deve essere menzionato che allora si recò al voto solo il 44% dei votanti, la più bassa percentuale di tutte le elezioni tenutesi in Calabria. Oggi, invece, la situazione è completamente differente. I candidati a Governatore sono più numerosi. Ad oggi, anche se tali ipotesi sono mutevoli, si registrano le candidature di Francesco Aiello per il M5S, di Pippo Callipo per il Pd e Leu, di Carlo Tanzi con le sue liste civiche, quella di Gerardo Mario Oliverio con almeno cinque liste e anche quella di Mario Occhiuto con almeno altre cinque liste, oltre ad un paio di civici con una propria lista. Manca ancora il nome del candidato del centrodestra, che verrà deciso entro la fine di questa settimana, almeno così si spera. Quindi almeno, otto – nove candidati con almeno 24 – 25 liste, quindi almeno dieci liste in più rispetto al 2014. Una campagna elettorale difficilissima con esiti imprevedibili. Chi può valutare quando potrà ottenere Mario Oliverio da Governatore uscente, quale percentuale potrà raggiungere Pippo Callipo con un Pd lacerto e confuso, quando potrà raggiungere Mario Occhiuto, forte della sua esperienza cosentina e comunque molto conosciuto nell’intera Regione e quando potrà prendere la Lega e Fratelli d’Italia. Molto dipenderà anche dalla composizione delle liste e dai candidati. Tanti gli uscenti già pronti a ricandidarsi, da Orlandino Greco e Carlo Guccione, da Mimmo Bevacqua a Mauro D’Acri a Giuseppe Aieta Dall’immancabile Pino Gentile alla sua ottava candidatura consecutiva alla Regione (venne eletto per la prima volta nel lontanissimo 1985) al passaggio di consegne fra l’uscente Ennio Morrone che, non ricandidandosi più, lancia il figlio Luca Morrone nella lista di Fratelli d’Italia. A non ricandidarsi più è il consigliere regionale Fausto Orsomarso che punta sul suo amico Enrico De Caro, sempre nella lista di Fratelli d’Italia, dove sarà presente anche Ernesto Rapani, l’ex segretario regionale del partito. Molti gli aspiranti in casa Lega, dall’ex presidente della Coldiretti, Pietro Molinaro, a Leo Battaglia, al consigliere comunale di Cosenza Davide Bruno, al coordinatore della zona ionica, Paolo Lamenza. In tanti concorreranno per i trenta posti di consiglieri regionali. Ma sarà un battaglia difficilissima poter prendere voti con tanti candidati e tante liste. Una guerra all’ultimo voto con un sistema elettorale che non prevede il voto disgiunto come, invece, è possibile in Emilia Romagna, e che non prevede il ballottaggio. Vincerà il candidato Presidente che prenderà un voto in più. La caccia al voto è iniziata, senza esclusione di colpi.
Gianfranco Bonofiglio