“Dracula rappresenta il male in assoluto, che ci travolge, che ci seduce. E tutte le paure dei personaggi del romanzo partono dall’inconscio”.
Così Sergio Rubini, qui anche in veste di regista, presenta uno spettacolo che avvolge completamente lo spettatore nella sua atmosfera in un viaggio tra le pieghe dell’inconscio.
Rubini interpreta il professor Abraham Van Helsing, che combatte Dracula, e Luigi Lo Cascio il giovane procuratore londinese Jonathan Harker, incaricato di recarsi in Transilvania per curare l’acquisto di una proprietà a Londra da parte del conte Dracula.
Si accosterà al cancello del castello del principe dei vampiri comprendendo a poco a poco di trovarsi in una tomba. Da una monumentale scala posta al centro della scena i personaggi scenderanno in un luogo frastagliato da ombre e disseminato di specchi che non riflettono immagini, ma solo paure.
Una realtà malata nella quale sarà impossibile spezzare la tensione e da cui sembrerà difficile uscire vivi. Il mito di “Dracula” torna in teatro come metafora del buio dell’anima incarnata dal vampiro più celebre di sempre.
Riceviamo e pubblichiamo