Che la Calabria sia considerata una Colonia oramai invisa a tutti è fuor di dubbio alcuno. A meno di due mesi dalle elezioni il quadro politico rimane confuso e pieno di ombre.
Il M5S annuncia di correre da solo, il Pd continua ad insistere per una alleanza che i pentastellati non vogliono umiliandosi a tal punto da disintegrare il partito in ogni sua articolazione possibile e nel centrodestra si attendono decisioni che tardano ad arrivare.
E mentre tutti attendono l’incontro fra Salvini, Meloni e Berlusconi addirittura Matteo Salvini annuncia un week end di campagna elettorale in Toscana, dove si voterà a giugno del 2020, cioè fra sette mesi. Un fine settimana che comprenderà le tappe dell’isola d’Elba, di Pisa e di Firenze. A Firenze è stata organizzata una cena che ha avuto ben 3.000 richieste di partecipazione.
Una cena destinata a soli 1.200 invitati per come ha scritto su Facebook lo stesso Salvini. Ma fra gli impegni elettorali in Emilia Romagna, quelli già avviati per la Toscana, la discussione in atto per la Campania, rimarranno un paio di minuti per Silvio Berlusconi e Matteo Salvini per decidere chi candidare in Calabria?
Si ricorderanno un giorno che la Calabria, purtroppo per loro, esiste ed è una Regione che dovrebbe avere pari dignità delle altre, pur essendo l’ultima in tutto e pur essendo non rappresentata a Roma considerata la classe politica eletta nella nostra Regione che a Roma conta praticamente meno di zero?
Possibile che i calabresi, coloni per eccellenza e soprattutto mezzadri anche sul piano culturale, trattati in tal modo, non siano in grado di dire la loro, di farsi ascoltare, di farsi sentire, di avere una voce?
Domande che, ovviamente, rimarranno insolute ed irrisolte. Intanto si attende, con una certezza. Il 28 dicembre alle 12.00 scadono i termini per presentare le liste.
Quindi entro 30 giorni si deciderà, per forza, anche se della Calabria nessuno se ne frega.
La Redazione