Tramontata definitivamente la possibilità di una possibile alleanza fra il Pd ed il Movimento 5 Stelle per le prossime regionali si rimescolano le carte e si intravedono nuovi scenari. Il Pd pur ammettendo la sconfitta in Umbria e la non praticabilità dell’accordo con i pentasellatirimane dell’avviso di mantenere il veto per la candidatura del Governatore Mario Oliverio continuando a sostenere l’esigenza di un radicale rinnovamento. I pentastellati eletti in Calabria possono tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo di doversi alleare con il Pd ed ora si impegneranno nel decidere chi candidare a Governatore con la propria lista che, notoriamente, al contrario del boom del 2018, nelle amministrative raccoglie sempre sonore batoste e che in Calabria certamente ripeterà l’infelice figura rimediata in Umbria. A tal punto la cosiddetta area di sinistra potrebbe dividersi in tre parti, un candidato del Pd che ancora non è stato delineato, un candidato del Movimento 5 Stelle ed, infine, il probabile candidato del centrosinistra senza il Pd, cioè Mario Oliverio. Ma se Atene piange Sparta non ride. Infatti anche nel centrodestra che unito gode del vento in poppa tutto è possibile. Non si è ancora delineata l’auspicata unità. Infatti la Lega di Salvini continua a porre veti sulla candidatura del Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, che, comunque si candiderà, Lega o non Lega, con le proprie liste civiche. Continua la strategia del silenzio di Fratelli d’Italia e si attende cosa farà Forza Italia. Infatti molti si chiedono se Forza Italia e, quindi Berlusconi nel prossimo incontro a Milano programmato per mercoledì con Salvini e la Meloni, riuscirà a far retrocedere il veto salviniano tenendo duro sulla candidatura di Mario Occhiuto o se cederà al veto dell’oramai leader incontrastato della coalizione del centrodestra, Matteo Salvini. Rimane poco probabile che Forza Italia possa correre da sola senza la Lega e fratelli d’Italia. sarebbe un caso unico nell’intero panorama nazionale. Quindi anche il centrodestra potrebbe dividersi. In tal caso ogni ipotesi è possibile e la Calabria, ancora una volta, sarà un caso unico e distante mille miglia dal resto d’Italia dove le candidature si sono stabilite molto tempo prima delle elezioni e dove gli accordi si sono raggiunti molto facilmente. Ma la Calabria è la Calabria. Una terra difficile, litigiosa ed autoreferenziale e tutto ciò che altrove è semplice in Calabria diviene maledettamente difficile. Anche e soprattutto in politica.
Redazione