“Quando Antonio Marziale fu proposto all’incarico di Garante dell’Infanzia ebbe l’accoglienza e il consenso da parte dell’intero consiglio regionale per le sue qualità non solo di sociologo come lui ama ricordare, ma anche di comunicatore e di uomo che ha sempre dedicato grande attenzione ai problemi dell’infanzia e per la quale ha saputo affermarsi a livello nazionale e oltre”.
Lo ha detto il Presidente della Regione, Mario Oliverio, che nel primo pomeriggio di oggi ha voluto essere presente ed ascoltare, nell’affollato auditorium “Calipari” di Reggio Calabria, la relazione annuale 2019 e di fine mandato del Garante dell’Infanzia e per l’adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.
“Con la sua nomina – ha proseguito Oliverio – avevamo intuito che Marziale rappresentava una risorsa in grado di fare dell’istituto del Garante per l’infanzia della Calabria un punto di riferimento importante, un osservatorio privilegiato per sollecitare, proporre e stimolare attenzione rispetto ai problemi, e sono tanti, che riguardano l’infanzia. Oggi lui stesso ci ha ricordato che in una società civile “normale” non ci dovrebbe essere alcun bisogno di un garante dell’infanzia, ma purtroppo non solo in Calabria e in Italia, ma nel mondo intero tantissimi bambini vivono ancora in una condizione di non adeguata attenzione e premura. Spesso in alcune realtà del mondo subiscono violenze sistemiche o sono oggetto di sfruttamento inaudito. Anche nelle società più evolute come la nostra c’è ancora, purtroppo, una fascia larga di bambini che vive una condizione di indifferenza nella sofferenza”
“La funzione del Garante –ha rimarcato il Presidente della Regione- è proprio quella di sgombrare il campo da questa indifferenza e di fare in modo che le istituzioni, ma anche le famiglie e l’intera società abbiano la consapevolezza, la cultura e l’attenzione necessaria che merita la fascia dell’infanzia”
“Ottocento denunce e segnalazioni –ha concluso Oliverio- non sono poca cosa, perché esse non riguardano una sfera ordinaria e normale dal punto di vista culturale, ma una dimensione molto delicata, a volte privata, spesso tesa ad essere nascosta, mantenuta nell’anonimato. Il Garante dell’Infanzia ha saputo porsi come punto di riferimento ed è diventato interlocutore di un mondo che spesso non ha il coraggio di venire allo scoperto”. f.d.