Con l’autunno sono arrivate le prime castagne, quelle che il poeta Giovanni Pascoli chiamava “l’italico albero del pane”, perché il suo frutto, detto “il pane di montagna”, è stato a lungo alla base dell’alimentazione di gran parte della popolazione contadina anche nella nostra regione. Un frutto che si trova dal nord al sud della penisola, dove ci sono diverse varietà anche con il riconoscimento europeo. Dopo la terribile situazione castanicola calabrese flagellata, a partire dal 2009, dal temibile cinipide galligeno che ne ha quasi azzerato l’intera produzione regionale oggi lentamente grazie anche all’azione e impegno di valenti agronomi dell’ARSAC, la situazione va migliorando. Infatti, dopo 6 anni consecutivi di interventi nei castagneti di tutta la regione, si sta registrando un interessante livello di parassitizzazione raggiunto, con la guerra biologica il che significa una buona presenza dell’antagonista (Torymus sinensis) che sempre più contribuirà a limitare la proliferazione della vespa cinese. Il raccolto in Calabria quest’anno è in aumento di circa il 20/25% rispetto all’anno scorso che registrava però una bassissima produzione con minimi storici. Vanno di pari passo alla lotta biologica – informa precisa Coldiretti – gli interventi colturali necessari per ridare respiro ad una castanicoltura in crisi, focalizzando l’attenzione sulla tecnica della potatura del castagno e sui principi fisiologici che la governano. Coldiretti a tal proposito, ha svolto nelle zone a maggiore vocazione castani cola, chiamando a raccolta produttori ed esperti ed effettuando prove pratiche di potatura sul campo avvalendosi di tecniche moderne come il tree climbing una competenza tecnica questa che si acquisisce frequentando un corso di formazione di 32 ore e che consente al potatore di salire e di potare ad altezze elevate (15-20 metri) in condizioni di assoluta sicurezza, scongiurando i rischi di incidenti. “Certamente – commenta Francesco Cosentini direttore di Coldiretti Calabria – il 2019 rappresenta l’anno di svolta per la ripartenza ed il rilancio della castanicoltura calabrese . C’è bisogno – aggiunge -di far ripartire questo comparto strategico per l’economia delle aree interne e per il presidio del territorio e continueremo a farlo con corsi di formazione in potatura tree climbing, corsi di innesto, ed anche le istituzioni ad ogni livello.”
Riceviamo e pubblichiamo