Mentre in molti attendono l’esito elettorale delle regionali dell’Umbria di domenica prossima il Governatore Mario Oliverio continua nella sua strada organizzando le liste e programmando per il prossimo 4 novembre l’inizio dei lavori per il programma elettorale da proporre agli elettori. Programmato per il 26 ottobre è stato ritenuto opportuno posticiparlo al 4 novembre forse in attesa delle mosse del Pd e del Movimento 5 Stelle che, seppur distanti mille miglia e nemici acerrimi in Calabria, dovranno subire il diktat dalle segreterie romane confermando come una colonia come la Calabria sia stata sempre serva dell’impero centrale romano e mai capace di una propria autonomia decisionale. E’ ovvio che Oliverio spera ancora che il partito guidato da Zingaretti possa ricredersi magari dopo una sonora sconfitta nelle regionali dell’Umbria. Anche se tale attesa potrebbe pregiudicare la possibilità per Mario Oliverio di fissare le elezioni regionali per il 15 dicembre prossimo e non dare il tempo ai suoi antagonisti di potersi organizzare. E molti confidano che Oliverio possa in questi giorni annunciare la data del 15 dicembre, altrimenti, giocoforza, non si potrà che andare al voto il 26 gennaio e non si potrà che assistere al logoramento di nervi di posizioni incerte di guerre di posizionamento che cominciano a divenire incomprensibili per l’elettorato che potrebbe rispondere a tale stillicidio con una alta percentuale di diserzione delle urne. Fra l’altro sembra anche che il Movimento 5 Stelle voglia imporre per la Calabria nell’intesa fra Pd e i pentastellati il fatto che il Pd debba rinunciare al suo simbolo e presentare una lista civica, a tal punto molti elettori del Pd, privati del proprio simbolo, optare per il voto a Mario Oliverio e alle sue liste che, seppur senza il Pd, sono sempre e comunque di centrosinistra. Continua, quindi, la stagione del caos, dell’incertezza e della confusione più totale mentre le elezioni si avvicinano. Mai nella storia del regionalismo calabrese dal 1970 ad oggi dopo ben dieci legislature regionali si era giunti a tal punto, senza sapere quando si vota, senza avere un quadro preciso di chi si candida e neppure delle coalizioni che si sfideranno alle urne. Un chiaro ed inequivocabile segnale ed una ulteriore conferma del degrado dello svilimento della politica che dovrebbe essere l’arte del governare e che, invece, è sempre più lontana dagli elettori e sempre più incomprensibile, persino agli addetti ai lavori.
Redazione