In un bellissimo articolo pubblicato sul Corriere della Sera il giornalista Marco Cremonesi pone in risalto come nel nuovo corso della Lega di Matteo Salvini vi sia anche la rivalutazione della figura e della memoria di Bettino Craxi, grande leader politico e protagonista indiscusso della cosiddetta Prima Repubblica. addirittura circola voce, anche se non ancora confermata, della probabile presenza di Giancarlo Giorgietti, numero due del partito leghista, il prossimo 19 gennaio alla cerimonia del ventennale della scomparsa di Bettino Craxi che si terrà ad Hammamet. Per come scrive il giornalista Cremonesi, il leghista Giorgetti affermò che Craxi era un suo politico di riferimento al pari di Don Sturzo e di Umberto Bossi. “Craxi – affermò Giorgetti – è stato l’ultimo ad avere la coscienza dell’interesse nazionale”. Anche Salvini affermò che “Con tutte le distanze e le battaglie fatte a suo tempo contro il Psi, io ero un ragazzino, ricordo che a Sigonella Craxi la schiena non la piegò”. Nell’ambito del revisionismo leghista che oggi riconosce la grandezza di Craxi mentre nell’epoca di tangentopoli deputati della lega esponevano il cappio nella Camera dei Deputati, viene ricordato anche che nel marzo 1990 Craxi presentò a Pontida il “Decalogo del Psi per la rifondazione dell’autonomia regionale”. E sul revisionismo targato Lega è intervenuta anche Stefania Craxi, che ha invitato ad Hammamet tutti i segretari nazionali di partito e che da anni impegnata nella riabilitazione storica della figura del padre. Stefania Craxi ha infatti evidenziato che “i conti con il passato si fanno a destra e non a sinistra”. Quella sinistra del Pci e post Pci che ha voluto la fine politica di Craxi e che ancora oggi non ha il coraggio di una rivisitazione storica e di un atto di revisionismo più che necessario verso un politico che ha saputo interpretare i cambiamenti della società molto più di tanti altri e che ha saputo anticipare i tempi dimostrando di essere un vero riformista. Quel riformismo che oggi non c’è più e del quale si sente la mancanza in un vuoto politico asfissiante e con una classe politica mediocre e senza veri leader capaci di una visione di lungo periodo e di tracciare la linea politica da seguire per affrontare concretamente i problemi del Paese. Un Paese sempre più in declino.
Gianfranco Bonofiglio