Ringrazio, innanzitutto i Circoli del Pd che hanno promosso questa bellissima manifestazione. Li ringrazio personalmente ma anche, lo dico con spirito positivo, a nome di Zingaretti, perché questa è un’iniziativa che non solo, come qualcuno ha cercato di rappresentare, non è uno strappo, ma vuole unire e tenere coese le forze che hanno aderito al Partito Democratico. Stasera sono presenti centinaia di persone e, tra queste, ci sono tantissimi sindaci della Calabria, segretari di circolo, dirigenti comunali, provinciali e regionali che hanno scelto di stare nel Pd. Ci sono anche tantissimi giovani, molti dei quali sono dentro, ma tantissimi altri sono rimasti fuori. Chiedo scusa alle centinaia di persone che per motivi di sicurezza non sono potute entrare in questa bellissima sala. Questa iniziativa non è animata da tifoserie. Abbiamo ascoltato tantissimi interventi, tutti improntati ad una sola preoccupazione, quella cioè di poter consentire ad una organizzazione che è espressione di una comunità come quella calabrese, di poter concorrere nelle scelte, di autodeterminarsi e non essere cancellata. Io non so da quale esperienza provenga il commissario Graziano. Lo dico con rispetto, ma non lo so. So, invece, che nella vita dei partiti democratici non sono state mai utilizzate espressioni del tipo “chi partecipa a quella manifestazione o alle primarie è fuori dal partito”. Un fatto davvero incredibile non solo nella storia dei partiti democratici, ma ancor più oggi, nel 2020, in una stagione politica in cui le pluralità si esprimono in vario modo, in una fase politica e storica nella quale la espressione della volontà è un dato prioritario su tutto, costitutivo di una formazione democratica. Bisogna stare attenti quando si dicono certe cose. In questi giorni e fino a pochi minuti fa ho ricevuto tantissimi messaggi e telefonate attraverso cui molti amici che ieri mi avevano comunicato di non poter essere presenti qui stasera per impegni improrogabili, mi hanno richiamato per dirmi che, di fronte a diktat come questi, avrebbero messo da parte qualsiasi impegno e sarebbero venuti per partecipare alla manifestazione di stasera.
Come si può non capire tutto questo? Come si può non essere guidati da elementari valutazioni di rispetto nei confronti di tanti uomini, donne e cittadini?.
L’assemblea di oggi è un fattore di grandissima forza democratica da cui il Pd dovrebbe partire.
In questa manifestazione c’è tutto, tranne che la volontà di strappare. C’è, invece, la volontà di unire, di far rimettere i piedi per terra ad una formazione democratica che ha una funzione importante. Io ho una storia che coincide, come quella di tanti altri che provengono da esperienze diverse dalla mia, con il percorso del Partito Democratico. A nessuno è permesso di poter dire che chi esprime una valutazione, un orientamento diverso, si pone fuori dal partito. Ma di cosa parliamo, di quale organizzazione stiamo parlando? Io rivendico la mia storia che ha coinciso con la storia del Pd e si è innervata con la mia terra, perché un partito ha una funzione se riesce ad essere strumento di emancipazione, se serve ad aiutare la crescita e il progresso di un territorio e di una comunità e questo aiuto deve darlo a partire dal rispetto dei valori della libertà e della persona. Il partito Democratico deve scrivere con più colore e con più forza i valori della libertà, del rispetto della persona, dell’autonomia dei territori, per riscostruire un percorso e un progetto.
Cosa ho fatto di male per essere oggetto dei continui turpiloqui da parte di Graziano e di Oddati?
E’ dal primo di agosto che questa storia sta andando avanti. I consiglieri regionali e i parlamentari hanno convocato una riunione straordinaria i primi di agosto per dichiarare, già prima dell’inizio della riunione, che Oliverio era fuori. Vi pare questo un percorso giudizioso? Vi pare un percorso normale?
Quando ho chiesto quale fosse la motivazione di questa esclusione, nessuno me ne ha data una. Anzi, è stato espresso un giudizio positivo sulla mia esperienza di governo. E alla richiesta su quali fossero le proposte, le alternative eventuali in campo, non mi è stato risposto nulla. Zero. E’ stato detto: “prima bisogna sgomberare il campo da Oliverio e poi si parla del resto”. Vi pare questo un metodo, un approccio di una formazione politica che aspira ad espandere e allargare la sua funzione e la sua presenza nella società, la sua capacità aggregatrice? Io ritengo che si stia commettendo un grave errore, al di là di Mario Oliverio. Io non ho mai anteposto la mia persona agli interessi collettivi. Non ho mai detto: “Oliverio o la morte”. La mia ricandidatura è scaturita da un’iniziativa che ha visto la presenza, lo scorso autunno, di oltre 300 sindaci. Sono stato proposto da tantissimi segretari di circolo, associazioni, comitati nati spontaneamente e non ho mai detto “io e basta”. Ho proposto che fosse definito un percorso che potevano essere le primarie o altri strumenti di coinvolgimento e consultazione. Ho chiesto solo che si discutesse, che si mettessero in campo altre proposte, facendo esprimere una valutazione larga, positiva ai calabresi. Niente di tutto questo. Così sono andate le cose fino ad oggi, con un’unica aggiunta: le dichiarazioni quotidiane contro la mia persona.
La coalizione di centrosinistra, rafforzata da nuove forze e che nel 2014 ha dato vita all’attuale esperienza di governo, è stata schiaffeggiata, maltrattata, nemmeno considerata. Il segretario del Psi, coordinatore della coalizione, si è fatto promotore di una riunione dell’intera coalizione non per proporre Oliverio, ma per avviare una discussione e il commissario del Pd non si è nemmeno presentato né alla prima, né alla seconda riunione. Anzi, ha convocato un’altra riunione con la presenza del solo segretario di “Articolo 1”, una formazione prossima ad essere assorbita nel Pd. In che mondo viviamo? A cosa risponde questa logica? E poi a tutto questo si è aggiunto l’annuncio che occorre fare l’alleanza con i Cinquestelle. Non si è coinvolta la coalizione, quindi, per avere campo libero e per evitare che un complesso di forze plurali, possa essere in qualche modo da intralcio ad un’alleanza con i grillini che, tra l’altro, hanno risposto in malo modo, con disprezzo, con ripulsa, dicendo che non ci sono le condizioni per allearsi in Calabria con questo Partito Democratico. Si è dato vita ad un Governo e ritengo che sia stato giusto farlo per arginare e contrastare la deriva sovranista, per contrastare Salvini, la sua connotazione di uomo forte al comando, una deriva drammatica per questo Paese e per sciogliere i nodi che sono stati accumulati nel corso dell’anno e mezzo dal Governo giallo verde, il cui provvedimento che ha interessato la nostra regione è stato un decreto sanità che per la Calabria è stato un disastro. Si è è giustificata questa alleanza come una necessità per il Paese. Benissimo io sono stato e sono d’accordo, ma da qui a pensare di catapultare nei territori, in modo forzato e non maturo, alleanze pensate altrove, come immaginano di fare, io credo che ce ne corra. Intanto l’alleanza non c’è e si utilizza questa evenienza, che è contrastata in malo modo anche dai 5stelle, per giustificare il fatto che Oliverio deve essere cacciato fuori . Ma quali sono le ragioni? Ditemele. Non si può dire che si è fatto bene, si è lavorato bene e poi proporre il contrario di quello che si dice. Ci sono problemi? Si dicano. Si abbia il coraggio di dire se ci sono problemi di altra natura. Ci sono problemi di carattere giudiziario? Si dicano. Sono profondamente indignato perchè ho speso la mia vita guidato da una sola bussola, lo dico a Zingaretti e a tutto il gruppo dirigente del Partito Democratico, che è sempre stata quella del rispetto e del rigore morale nella gestione delle risorse, quella di rispettare e fare rispettare le risorse pubbliche. E lo dico ad alta voce perché tutti ascoltino e sentano. Non voglio nemmeno ricordare il pronunciamento chiaro, netto, preciso, perentorio della Corte di Cassazione che ha parlato di “chiaro pregiudizio accusatorio” nei miei confronti. questo dire e non dire, anzi, questo non dire e fare intendere che sotto c’è dell’altro, è vergognoso. E’ un metodo che ricorda stagioni di altri tempi che mi auguro mai possano riproporsi per nessuna comunità e per nessun Paese. Occorre rimettere con i piedi per terra la discussione. Bisogna discutere in modo responsabile perché, come abbiamo ascoltato qui questa sera, non possiamo regalare la Calabria a forze avventuriste. Non possiamo regalarla al centrodestra che ha prodotto guasti profondi in questa regione. Nella legislatura precedente alla mia sono stati prodotti sconquassi gravissimi, sia dal punto di vista amministrativo, nella incapacità di utilizzare le risorse, sia dal punto di vista dall’intreccio affaristico che si è determinato sulla gestione delle stesse risorse. Noi in questi anni abbiamo agito per demolire la “Regione centro di potere affaristico”, abbiamo lavorato per bonificarla e per costruire una nuova Regione e lo abbiamo fatto non senza difficoltà, non senza ostacoli. Lo abbiamo fatto con ostacoli dichiarati e in gran parte non dichiarati, che si sono annidati in vario modo nelle articolazioni della società calabrese ed anche in settori della burocrazia. Lo abbiamo fatto senza mai indietreggiare e senza mai piegarci alle intimidazioni. Chi mi conosce sa bene che con il sottoscritto su alcuni terreni non è stato e non sarà mai possibile nemmeno tentare di aprire una interlocuzione, perché siamo sempre stati animati da una bussola che è quella secondo cui bisogna ascoltare, discutere, ma senza mai assecondare interessi che tendono a deviare e ad andare fuori dalla norma e dalla legalità.. Abbiamo chiuso e messo in liquidazione un sistema di enti subregionali e fondazioni che venivano utilizzate per dissipare risorse e per fare clientela. Abbiamo lavorato perché la Cittadella regionale, inaugurata tre volte e finita da tre anni e mezzo, lasciata vuota e inutilizzata, fosse riempita dal personale della Regione e fossero smobilitati ben 6 milioni di fitti all’anno. Chi è di Catanzaro sa bene di cosa sto parlando. Abbiamo lavorato per utilizzare le risorse a sostegno dello sviluppo e della crescita, spostando l’asse da una impostazione assistenziale ad una impostazione produttiva e positiva. Stamattina sono stato all’Università della Calabra ed ho partecipato alla Notte dei Ricercatori dove ho incontrato tantissimi giovani, tantissime start-up finanziate da noi. Giovani, che attraverso il sostegno alla ricerca ed alla innovazione, hanno potuto realizzare obiettivi importanti ed hanno messo la Calabria nel giro della innovazione a livello internazionale. Ci sono aziende calabresi che grazie a questi investimenti operano su scala internazionale. La Calabria è la Regione che ha determinato il più forte ricambio generazionale. Abbiamo garantito il diritto allo studio a tutti. Abbiamo allargato e moltiplicato i collegamenti internazionali, abbiamo costituito una società unica aeroportuale ed i frutti sono sotto gli occhi di tutti. Oggi i nostri aeroporti registrano arrivi e partenze record, mai realizzate prima. Abbiamo messo in campo. un progetto. Chiaramente non tutti i problemi di una Regione che aveva accumulato decenni di ritardi sono stati risolti. Ci mancherebbe altro! Avremmo dovuto avere la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi accumulati in decenni da una regione che è sempre stata martoriata dalle politiche nazionali e che è stata sempre considerata cenerentola rispetto alle altre Regioni del Paese.
Tutto questo avrebbe dovuto essere valutato, ma così non è stato.
Vi pare che un partito che ha una funzione di governo non convochi una assemblea dei suoi dirigenti, dei suoi segretari di circolo, dei suoi sindaci per fare una valutazione sul governo della Regione? Un partito non deve dare conto ai propri elettori di quella che è stata una esperienza di governo di cui esso stesso è stato protagonista? Nulla di tutto questo. Io credo che la Calabria ed i calabresi, al di là di Oliverio ricandidato o meno, non possano accettare tale impostazione. E’ una posizione inaccettabile perché nega il diritto fondamentale dell’esercizio della democrazia, il diritto di poter scegliere, di potersi autodeterminare, di poter guardare al futuro e, guardando al futuro, di poter decidere come andare verso di esso.
Io stasera sono molto soddisfatto. La vostra presenza qui, la presenza di tantissimi giovani, il calore di tantissimi amici, compagni, sindaci, segretari di circolo con i quali ho avuto modo di approfondire un rapporto di amicizia, di conoscenza e stima, è stata per me la più grande candidatura che abbia potuto avere. Quella di stasera è la migliore e più grande candidatura che io abbia mai potuto avere. Al commissario lascio il disbrigo delle pratiche burocratiche. A me interessa la Calabria. Al commissario, al Partito Democratico nazionale chiedo di non commettere l’errore di non guardare a queste energie e a queste espressioni.
Credo che Zingaretti, essendo una persona di grande equilibrio e responsabilità, non potrà non tenere conto della volontà di tantissimi dirigenti, sindaci e cittadini di una regione che vuole determinarsi e vuole contribuire a costruire il suo futuro.
Oggi qui non si è discusso con il piglio dei tifosi. Stasera c’è stata una comunità che ha ritrovato se stessa e che è pronta a mettere a disposizione le proprie energie perché il Partito democratico possa costruire un percorso che guardi avanti e che spinga la Calabria in avanti. Dobbiamo contrastare la deriva della destra. L’altro giorno Salvini è stato a Cosenza e dietro il suo palchetto c’era una sola immagine, battere Oliverio. Questo è stato il suo messaggio: battere Oliverio per battere il nuovo corso che in Calabria si è avviato. Battere Oliverio per battere il Partito Democratico ed il centrosinistra.
Oliverio è qui, nella sua comunità, nella comunità dei democratici calabresi ed ha investito la propria storia, di cui è orgoglioso, al servizio della sua terra. Ha avuto tante soddisfazioni e proprio per questo Oliverio non rinuncia alla sua dignità, perché rinunciare alla propria dignità significherebbe fare arretrare la Calabria. Prima di tutto la Calabria, la Calabria da rispettare e da aiutare crescere e non una terra da mortificare.
Viva la Calabria, viva i calabresi.
Gerardo Mario Oliverio