Oramai è sempre più forte il pressing del vertice romano del Pd, con il Commissario On. Graziano in testa, per convincere il Movimento 5 Stelle a chiudere l’accordo anche sul piano regionale che possa riflettere quello nazionale.
In tanti auspicano che si possa giungere ad un candidato unico che potrebbe giocarsi a pieno titolo la partita. E non è solo il vertice romano ma sono in tanti anche sul piano regionale, dall’ex segretario regionale, Ernesto Magorno, senatore e Sindaco di Diamante al consigliere regionale Carlo Guccioneal Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, solo per fare qualche nome. L’alleanza fra le due forze politiche consentirebbe al Pd romano di risolvere il problema tutto interno al Pd sulla ricandidatura del Governatore Mario Oliverio che, invece, è pronto a ricandidarsi forte di gran parte dei circoli del partito, di tanti sindaci ed amministratori che chiedono la sua ricandidatura. Il vero problema è all’interno del Movimento 5 Stelle dove esponenti di primo piano come l’Europarlamentare Laura Ferrara non perde occasione per ricordare che le regole dei pentastellati vietano accordi locali con partiti e lo consentono, dopo la nuova norma introdotta e voluta da Di Maio, alleanze solo con liste civiche. Tale norma è valida ad oggi ma come tutto, volendo, può essere modificata. Tanti i nomi che circolano per la possibile candidatura a Presidente della Regione targata 5 Stelle, dal senatore Nicola Morra, alla deputata Dalia Nesci all’imprenditore Pippo Callipo, da tempo vicino ai pentastellati. E nel frattempo diminuiscono sempre più le possibilità che si possa andare al voto il prossimo 24 novembre considerando che per poter votare in tale data il Governatore Oliverio dovrebbe entro il prossimo 20 settembre emanare l’apposito decreto. E al 20 settembre mancano pochi giorni. Ma fra coloro i quali frequentano l’ultimo piano della Cittadella regionale circola voce che considerando il ritorno del Pd al Governo e la crescita di consensi del partito delle ultime settimane potrebbe essere molto più opportuno far slittare il voto al 26 gennaio 2020. Uno slittamento di due mesi che potrebbe essere utile al Pd per recuperare terreno magari con l’intervento dei Ministri del Pd e magari con qualche sottosegretario calabrese che in tanti, nel Pd, attendono con impazienza. Sempre che fra i 18 sottosegretari che spettano al Pd vi sia effettivamente qualche parlamentare calabrese.
La Redazione